Correva l’anno 1973 ed era il 29 settembre. Venerdì scorso sono quindi ricorsi 44 anni esatti da quando il CONI riconobbe come “aderente” la Federazione Italiana Hockey su Prato (che poi nel 1984 assunse l’attuale denominazione FIH).

Come andò allora ce lo racconta Paolo Triglia, figlio di Antonio Triglia, il Presidente Federale che fu anima di questa importante transizione: “La Federazione Internazionale di Hockey, allora sotto presidenza belga, non riconosceva Federazioni Nazionali che non avessero l’Hockey Prato come unico sport e questo diede la stura a una forzatura che il Consiglio Nazionale del CONI dovette accettare, altrimenti la Federazione Internazionale non ci avrebbe più fatto svolgere attività internazionale”. Paolo ricorda l’orgoglio del padre Antonio, numero 1 dell’hockey italiano dal 1967 (anno di istituzione della Commissione per l’Hockey su Prato) al 1985, quando gli successe Sergio Melai: “Andò sempre fiero dell’indipendenza dell’Hockey Prato. Era molto attaccato a questo sport, che aveva giocato per tanti anni e che lo aveva visto in Nazionale a cavallo della Guerra. Vedeva l’indipendenza come il più grande successo della sua lunga presidenza”. Presidenza che tolse qualcosa all’Hockey e Pattinaggio (in questi mesi divenuta “Sport Rotellistici”) e che “certamente riteneva un fatto importante avere al proprio interno una disciplina olimpica, quale l’Hockey Prato era fin dai primi del ‘900”. Dopo Antonio anche Paolo si è dedicato con passione all’hockey cominciando a giocare “a partire dai 15 anni e vincendo 5 o 6 scudetti con l’MDA. Ho anche fatto 7 partite con la Nazionale e partecipato agli Europei di Bruxelles”. Paolo ricorda pure la profonda amicizia che legava il Presidente Antonio Triglia al Presidente CONI Giulio Onesti: “Si volevano un bene reciproco e io stesso, ragazzo, lo incontrai molte volte”.

Se l’indipendenza FIH festeggia i sui primi 44 anni, quest’anno ricorre il mezzo secolo dalla votazione di Vietri sul Mare (1967) in cui fu sancita la costituzione della Commissione per l’Hockey su Prato della Federazione Hockey e Pattinaggio: “Dal ’67 al ’73 diventammo una Federazione a tutti gli effetti”, dice Pietro Doglio, presente alla cerimonia di Vietri in rappresentanza del CUS Cagliari, di cui era giocatore: “Il nostro Presidente non poté andare per ragioni di lavoro e fui inviato io. Dalla Sardegna c’era anche l’Ing. Figus, in rappresentanza dell’Amsicora”. Pietro Doglio (che dopo la carriera di giocatore intraprese, a partire dal 1970, quella di arbitro, spinto anche dall’interessamento di due grandi fischietti come gli olimpici Pensosi e Tinti) ricorda anche che allora la sede della Federazione era a Bologna, dove rimase “fintanto che il CONI non obbligò tutte le FSN a trasferirsi unicamente a Roma”. Presidente allora era Giulio Onesti, “che ho avuto la fortuna di conoscere”. Ma questa è un’altra storia (tutta da raccontare).



(Nella foto, puramente simbolica, il GUF Genova 1938 in una foto tratta da "C'Era una Volta" di Riccardo Giorgini. Proprio a Genova sono stati vinti 5 dei primi 6 scudetti Prato della storia dell'hockey italiano, assegnati tra il 1937 e il 1942)

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