Nel 1987 prende avvio il programma di mobilità "European Region Action Scheme for the Mobility of University Students" voluto dalla Comunità Europea e destinato agli studenti accademici. Una piattaforma per la cooperazione e la mobilità che svolge un compito fondamentale, quello di unire i cittadini europei. L’acronimo ERASMUS è un omaggio alla figura di Erasmo da Rotterdam, umanista e teologo olandese vissuto nel XV secolo, che viaggiò in diversi paesi d’Europa per comprendere e approfondire differenti culture.
Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, nei primi 30 anni del progetto Erasmus sono stati 9 milioni gli universitari che hanno frequentato corsi di studio in uno dei 28 paesi dell’UE con 1400 scambi culturali. Una vivace circolazione che comprende anche gli spostamenti di 1300 studenti per la formazione, di 1800 persone tra docenti e educatori, e oltre 100.000 volontari.
Nel 2014 è stato avviato l’Erasmus+ che raggruppa in un unico programma le iniziative nel settore dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. Il segno "più" indica che sono inclusi anche tirocini sul lavoro, formazione del personale e attività d’insegnamento oltre a progetti di cooperazione tra università, istituti di ricerca, imprese, ONG, autorità locali, regionali, nazionali e altri attori socioeconomici in Europa e nel resto del mondo. Nel 2015 Erasmus+ si è ulteriormente ampliato, permettendo per la prima volta agli istituti di istruzione superiore di inviare studenti anche in paesi al di fuori dell’UE così come di accoglierne.
Le attività legate al settore dello sport mirano a affrontare e a combattere le minacce transfrontaliere con i valori dell’integrità. Vengono promosse e sostenute la buona governance nello sport, le carriere parallele degli atleti, l’attività di volontariato, l’inclusione sociale e le pari opportunità nello sport.
(TRATTO DA ministrosport.gov.it)
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