Foreign Affairs (letteralmente “Affari Esteri”) è la rubrica dedicata agli italiani che stanno maturando o hanno maturato una esperienza oltre i nostri confini. A cura di Gianluca Iaccarino per federhockey.it

Luca Lixi è un ragazzo di 24 anni con una determinazione fuori dal comune, parla con la sicurezza di un veterano e dà sempre l'impressione di avere piena coscienza di ciò che lo circonda e delle tappe che stanno caratterizzando la propria vita: "Grazie anche all'educazione ed alle esperienze ereditate dai miei genitori, mi sento realmente cittadino del mondo. Dopo il diploma ho fatto la scelta di frequentare direttamente una Università inglese a Nottingham. Non mi pesa affatto vivere lontano dall'Italia tranne che per la lontananza da Giulia, ma torno a Cagliari appena posso". Giulia, per la cronaca, è una delle gemelle De Guio, azzurra della Nazionale maggiore femminile e laureanda presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Cagliari. Sul tema Luca ci tiene a raccontare la propria esperienza "una cosa che mi ha colpito moltissimo in Inghilterra sono le opportunità che le Università riservano ai ragazzi che fanno sport ad alto livello. Sono sempre stato agevolato nei miei raduni con la Nazionale, tra permessi e borse di studio, mentre in Italia i ragazzi che vestono la maglia azzurra faticano tantissimo a conciliare studio e sport, anche solo spostare un esame a volte è proibitivo". L'amicizia è un valore importante per questo ragazzo che appena ha potuto ha abbinato ad ogni tappa della sua esperienza estera la possibilità di viverla al fianco di amici della Nazionale: "Dopo la laurea in Scienze Politiche a Nottingham ho fatto un master a Londra dove ho giocato nel Southgate con Giulio Ferrini e l'anno scorso in occasione del mio primo lavoro in Commissione Europea a Bruxelles ho diviso la casa e la stagione sportiva nel Baudouin con Lorenzo Dussi e Luca Ferrini". In questo è stato anche agevolato dalle regole sui trasferimenti che caratterizzano tante federazioni estere: "All'estero al centro di tutto c'è sempre il giocatore con i suoi bisogni e la libertà di intraprendere le sfide che ritiene più opportune per se stesso. Di fatto non esiste la proprietà del cartellino del giocatore da parte della squadra e si può cambiare club in autonomia. Questo è molto importante soprattutto per i ragazzi perché a 16-17 anni un giovane può trovarsi in crisi di identità anche umana e il cambiamento di un ambito anche solo sportivo può essere di grande aiuto per la sua crescita personale. L'hockey è passione pura per i ragazzi ed all'estero questo concetto è pienamente supportato a livello di cultura sportiva. Forse in Italia in molti sport, anche dilettantistici, c'è ancora un retaggio culturale calcistico che per alcuni aspetti influenza negativamente dei modi di vivere l'appartenenza ad un club".

Cresciuto hockeisticamente nell'Amsicora, Luca inizia a giocare a hockey ad 11 anni nella Scuola Media Alfieri di Cagliari ma ben presto viene arruolato tra le giovanili dei pluricampioni d'Italia. Proprio con le giovanili arrivano due scudetti U.21 prima della grande gioia della vittoria del campionato maggiore con la maglia della prima squadra. Le belle esperienze per Luca non si limitano solo all'ambito italiano: "Sono stato protagonista della splendida spedizione delle Universiadi di Kazan, di fatto una mini olimpiade per organizzazione, numero di atleti e varietà degli sport che vi prendevano parte. E' stata una esperienza umana impagabile, al rientro nel villaggio ogni atleta si informava circa i risultati degli altri sport in cui partecipavano gli azzurri. Ancora oggi per esempio siamo in contatto con alcune ragazze del Setterosa per confrontarci sulle esperienze che si fanno nelle varie competizioni internazionali". L'ultima soddisfazione per Luca, in ordine cronologico, è stata quella di debuttare in Euroleague al fianco dei compagni storici dell'Amsicora: "A settembre ho fatto il pendolare Sheffield-Cagliari per prepararmi all'appuntamento ma ne è valsa veramente la pena perché si è coronato un altro sogno, penso, di tutti gli hockeisti. Anche se era un turno preliminare, e quindi alcune cose dell'organizzazione erano ridimensionate rispetto alle Final Four, è stata una piacevole sensazione sentirsi parte del gotha europeo dell'Hockey. Giocare a quei livelli, nonostante le sconfitte, ti mette addosso un'adrenalina che ti spinge a dare ancora di più il massimo in ogni allenamento per poter rivivere una esperienza simile o puntare ad altre di livello ancora superiore. La passione per l'hockey con queste esperienze si autoalimenta anche se il mio lavoro quotidiano inizia ad impegnarmi parecchio".

Luca vive attualmente per motivi di lavoro a Sheffield dopo aver precedentemente fatto tappa a Bruxelles, Londra e Nottingham come accennato sopra. Sheffield (soprannominata Steel City) è una delle otto città più grandi delle regioni inglesi che hanno costituito l'English Core Cities Group.

Che realtà hockeistica è l'Inghilterra?

"Sono rimasto stupito dall'attività di cui si fanno carico le Università a livello di organizzazione. Quando ho scelto Nottingham come sede universitaria ero sicuramente attratto dalla vicinanza con la famosa squadra del Beeston, pluricampione inglese e da sempre una delle partecipanti fisse all'Euroleague. In realtà poi ho capito che il mondo dei campionati universitari era ancora più stimolante per un giovane. Ho giocato a Nottingham con gente come George Pinner tanto per fare un esempio. Anche oggi a Sheffield la mia squadra è legata a doppio filo all'Università locale, la Hallam University".

Proprio la rosa dello Sheffield Hallam è composta da giocatori tutti sotto i 25 anni tranne il capitano che ne ha 34…

"Per me è un piccolo vantaggio essere parte di una squadra molto giovane, perché qui ti danno responsabilità anche a 24 anni, senza guardare la tua provenienza. E' difficile che in Italia accada una cosa simile mentre qui è tutto più naturale. L'hockey inglese non è praticamente affetto dal fenomeno stranieri, i pochi che ci sono provengono dalle ex colonie e quindi hanno una mentalità già simile al resto dei giocatori. Per farmi tesserare ho dovuto dare io una mano al club con le pratiche, proprio perché non è una pratica comune. L'assenza di stranieri porta il vantaggio di avere giocatori ben inquadrati nel tipico modello di gioco inglese, insegnato praticato e tramandato ad ogni livello, che non viene contaminato da stili stranieri. Al tempo stesso lo svantaggio può essere quello di risultare un po’ prevedibili, specie ad alto livello internazionale".

Come vedi il tuo futuro hockeistico?

"Per il momento mi pongo obiettivi personali, voglio essere realmente parte di un hockey di alto livello. Ho una sana ambizione di poter apprendere per competere in quell'hockey di cui vorremmo far parte tutti noi che giochiamo. Probabilmente per il tipo di carriera lavorativa che sto intraprendendo non potrò durare al top per moltissimi anni ma al tempo stesso quello che sto facendo, per attitudine personale, lo proietto verso l'alto".

Hai esordito in Nazionale maggiore a 19 anni contro la Francia in un test match perso di misura, in panchina c'era quel Roberto Da Gai che come saprai è stato recentemente nominato Diretto Tecnico delle Nazionali maschili. Ti piacerebbe sentire sul campo ancora una volta l'inno di Mameli?

Certo che mi piacerebbe rivivere emozioni importanti in azzurro, magari con al fianco i miei amici più stretti. E' un  mio obiettivo personale ed ho sempre dato disponibilità, pur vivendo all'estero, in questo senso. Vorrei anche portare in azzurro il mio bagaglio di esperienze estere, condividendole con gli altri ragazzi che non hanno ancora avuto la fortuna di farne".

Luca, Roma 2024 è un sogno?

"L'Olimpiade è sempre stata il mio sogno. Come ho detto il lavoro su cui ho puntato mi impegnerà parecchio nei prossimi anni, ma ti sembro uno che non darebbe più del massimo per avere una occasione del genere?"
(23.11.15 - gi/mg)

Gianluca Iaccarino per federhockey.it

(ampia galleria di foto sulla pagina facebook FIH - Federazione Italiana Hockey)

Potete seguire Luca su Twitter con il nickname @luca_lixi

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