Proseguiamo la carrellata sulle azzurrine e gli azzurrini che l’estate passata sono stati impegnati negli Europei Under 18 (Championship II) di Mori e Calais. Con loro parliamo di hockey e Giochi Olimpici; quelli del 2024, che Roma è candidata a ospitare. Allora, quelli che oggi sono ragazzi e ragazze, nel 2024 saranno nella piena maturità agonistica: (giovani) ambasciatori e ambasciatrici di quella maglia azzurra che tra meno di 10 anni potrebbero indossare a Roma2024.

San Vito Romano è una cittadina di poco più di tremila abitanti situata sui Monti Prenestini, a una trentina di chilometri (scarsi) da Tivoli, famosa per le terme, le ville e per farsi vanto di essere stata fondata prima ancora di Roma. Lì, a Tivoli, è nato David Paolacci: correva l'anno 1998. A San Vito, invece, David ha trascorso tutta la sua vita e ha cominciato a dare i primi colpi a una pallina; munito di bastone, si capisce. Il paese è piccolo, ci si conosce tutti e con tutti (o quasi) si è amici; così nel 2004, insieme a Nicola (De Paolis; galeotti furono i genitori) David si avvicina all'hockey prato. Lui e Nicola hanno solo sei anni e di quella nidiata fa parte anche Simone Mastrogiacomo, che è appena un anno più grande: chissà se avrebbero mai pensato di ritrovarsi, dieci anni dopo, a esultare a squarciagola per la (meritata) vittoria di un Europeo vissuto da protagonisti. Quello di Calais. Una Pool B, va bene, ma che a oggi è una delle più belle e convincenti vittorie dell'hockey prato maschile (giovanile e non solo) degli ultimi anni: "La soddisfazione più grande della mia vita", dice David, che a fine luglio spera di togliersene un'altra "partecipando, se riuscirò a meritarmi la convocazione, alla Pool A di Cork", in Irlanda. Che lui e gli altri eroi di Francia si sono guadagnati. Anche David, come molti di quei ragazzi portati da Gianluca Cirilli a vincere l'Europeo, aveva cominciato la propria avventura in azzurro l'anno prima, nell'Europeo Under 16 di Vienna: "Avevamo un buon gruppo ma non siamo andati molto avanti, anche se potevamo fare di più. Invece in Francia ci siamo trovati benissimo" anche perché "la maggior parte di noi aveva giocato insieme l'anno  prima", con l'aggiunta (tra gli altri) di Fabio Blom: "Un ragazzo simpatico e umile che si è inserito benissimo e che in campo ha un dribbling impressionante". A diciassette anni - compiuti dopo Calais - David non solo ama l'hockey ma è "orgoglioso" di essere un giocatore: "Il nostro non è uno sport praticato da molti e ci conosciamo tutti; e tra tutti c'è grande rispetto". Proprio questo è uno dei motivi per cui David invita i giovani ad avvicinarsi all'hockey prato ("Non ci sono controindicazioni; è un gioco meraviglioso") magari al posto del tanto celebrato calcio ("sono un po' contrario, lo ammetto").
Dopo lo storico primo campionato in A1 della stagione passata, condito dall'eccezionale successo in casa dei futuri campioni d'Italia di Amsicora, quest'anno, per ora, le cose per il suo San Vito non stanno andando benissimo: "Spero ce la faremo a salvarci"; del resto il campionato è ancora lungo e con i tre punti salire la china non è mica impossibile. Magari con qualche gol a firma Paolacci: quest'anno ne è arrivato uno contro il Tevere EUR, "ma spero di farne altri: gol utili, per centrare la salvezza". A 17 anni David ha la parola "gruppo" stampata nella mente e poco dà peso ai tre gol fatti nell'Europeo di Calais ("il più importante? Quello che ha dato il via alla rimonta con la Turchia"). Merito della giusta mentalità - che altrimenti non può portare un minorenne a essere stabilmente titolare in un campionato di serie A1 - e degli insegnamenti del Mister Mattei, che lo ha fatto crescere in fretta. I suoi giocatori italiani preferiti sono due sanvitesi: Daniele Mastrantonio ("il capitano della promozione del San Vito dalla A2 alla A1: di un'esperienza incredibile") e Alessandro Nanni ("con cui ho avuto l'opportunità di fare qualche allenamento e cui posso ispirarmi anche per il ruolo in campo"), giocatori che "hanno lo stesso spirito; tanta grinta, tanto carattere e una straordinaria voglia di giocarsela sempre".

Nel 2024, anno nel quale Roma potrebbe ospitare i Giochi Olimpici, David Paolacci avrà 26 anni e sarà nel pieno della propria maturità sportiva. Di tempo ce n'è tanto, ma anche per lui il sogno va coltivato e guadagnato, "con il lavoro di tutti i giorni, che ci porta a essere sempre al campo. Le Olimpiadi? Non credo sia un'emozione spiegabile a parole. Dire cosa si proverebbe a esserci non è paragonabile a cosa succederebbe davvero nel poter far parte della nazionale italiana, che scende in campo davanti al pubblico di Roma". I sogni vanno alimentati, ma il ragazzo ha ben chiari i propri obiettivi e ragiona per gradi: "La testa adesso è all'Europeo" e a quella maglia azzurra "che dà una emozione incredibile" indosso. Una seconda pelle. David però non la sente solo sua; e questo gli fa onore: "Ci sono arrivato grazie alla squadra e alla società" verso la quale ha "gratitudine e riconoscenza". Una maglia quella azzurra che, parola di campione d'Europa, "onorerò sempre".

(altre foto sulla pagina facebook FIH - Federazione Italiana Hockey)

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