Proseguiamo la carrellata sulle azzurrine e gli azzurrini che l’estate passata sono stati impegnati negli Europei Under 18 (Championship II) di Mori e Calais. Con loro parliamo di hockey e Giochi Olimpici; quelli del 2024, che Roma è candidata a ospitare. Allora, quelli che oggi sono ragazzi e ragazze, nel 2024 saranno nella piena maturità agonistica: (giovani) ambasciatori e ambasciatrici di quella maglia azzurra che tra meno di 10 anni potrebbero indossare a Roma2024.

Sandy si pronuncia esattamente come si legge. L'idea di un nome diverso dal solito è venuta alla mamma (croata), mentre il cognome, Grosso, denuncia chiare origini calabresi da parte paterna: Pizzo e Belvedere Marittimo, incantevole 'perla' a un soffio di vento dalla più nota Diamante. Terra che ha dato i natali a nonno Salvatore e - non molto lontano da lì - ai genitori di un altro Grosso, Fabio. Sì, l'eroe Mondiale di Germania 2006, che con l'incoscienza dell'uomo che non ti aspetti ha consegnato all'Italia del calcio la quarta stella della sua storia. Anche il nostro Grosso, Sandy, a suo modo è un eroe. Almeno per l'hockey italiano. Eroe - uno di diciotto - di una impresa collettiva: nell'Europeo Under 18 disputato questa estate in Francia a Calais ("la frontiera del terrore" secondo alcuni, viste le cronache legate all'emergenza migranti) Sandy ha messo a segno 4 reti contribuendo in maniera importante alla (storica) vittoria italiana del torneo. Eppure il ruolo è quello del centrocampista, sia in azzurro che nell'HP Valchisone, una famiglia più che un club: "Ho iniziato nel 2006 con mio fratello, che adesso ha 14 anni e l'anno scorso ha cominciato anche mia sorella di 10", ci dice. Il 2006 è un anno speciale per Sandy e per Villar Perosa, perché è quello della rinascita dell'Hockey Prato Valchisone in "un paesino di 5mila abitanti in cui calcio e pallavolo sono stati sempre presenti e in cui l'hockey era importante; - dice con piglio da adulto, a dispetto dei 17 anni compiuti da due settimane - poi c'è stata una interruzione e negli anni Duemila la ripartenza con me, Edoardo (Dell'Anno, altro azzurrino di Calais) e tanti amici con cui siamo ancora qui: l'anno scorso abbiamo vinto il titolo italiano Under 17 con la stessa squadra, in pratica, che ha cominciato" nel 2006, quando Sandy faceva la seconda elementare. Quest'anno per lui c'è il campionato di serie B e quello Under 18 con il suo Valchisone ("in entrambe le categorie abbiamo vinto tutte le partite finora") e la voglia di portare la squadra della Valle in A2 ("ce la possiamo fare") in uno sport che "mi è piaciuto da subito e che non ho mai rimpianto di aver scelto. Ho sempre visto l’hockey come una seconda famiglia e non credo di voler mai smettere di giocare": un amore sterminato. Come quello per la maglia dell'Italia, vestita negli Europei Under 16 di Vienna (giocati "da terzino sinistro") e in quelli Under 18 (francesi) di quest'anno; a Calais, in particolare, "l'emozione è stata unica. Non avevo mai avuto la possibilità di giocare a questi livelli e con giocatori così forti: e parlo anche dei miei compagni, non solo degli avversari"; del resto a vincere è stata l'Italia. La più forte!

La maglia azzurra per lui significa "onorare la nazione in cui vivo ed è un grande onore per me poterla indossare e giocare con lo scudetto dell'Italia cucito sulla maglia". Un onore che Sandy condivide con gli amici, che "sono felici e che mi hanno fatto tanti complimenti in questi anni: del resto non è da tutti rappresentare la nazione". E Grosso lo fa con l'hockey prato, che a Villar conoscono tutti e che adesso cominciano a conoscere bene anche a Pinerolo, dove Sandy va al liceo e dove ha trovato compagni (poi amici) "interessati a questo sport". Che è olimpico dal 1908 e che a settembre 2017 potrebbe vedere Roma assegnarsi l'edizione del 2024: "Sarebbe una opportunità magnifica per l'Italia. Metterebbe in risalto le eccellenze del nostro Paese e sarebbe una grande finestra per il nostro sport, per farlo conoscere" a milioni di persone "e avvicinarlo ad altri più blasonati. Qui in Italia l'hockey non è molto seguito o praticato, ma questa estate sono andato in Olanda ho visitato vari club e ho visto che lì è al livello del calcio. Ci sono molti spettatori ed è incredibile. I ragazzi vanno in giro con il bastone" e lo fanno fieramente.
A Londra 2012 Sandy ha seguito con interesse "l'atletica leggera: salto in alto, salto con l'asta, corsa. Che spettacolo!" e non nasconde che per lui Roma 2024 sarebbe "qualcosa di fantastico. Nel 2024 avrò 26 anni e fare l'Olimpiade è il mio sogno nel cassetto". Tempo ce n'è tanto, ma non va perso. Non per lui, almeno: "Mi alleno con costanza e determinazione e lo farò sempre perché voglio continuare a meritare la maglia dell'Italia e a indossarla". Magari anche a Roma, nel 2024.

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