Australia e Olanda, Olanda e Australia: Wallabies e Orange si aggiudicano una finale ciascuno e portano a casa l’uno il titolo di campione del mondo maschile (gli oceanici), l’altra il titolo di campione del mondo femminile (le europee). Sono questi i verdetti emessi al termine di due (eccitanti) settimane di coppa del Mondo. A L’Aja, grazie anche alla splendida e professionale organizzazione olandese, si è vista una disciplina moderna, spettacolare, coinvolgente. Globale. Come deve essere un Mondiale: e c’è da immaginare che lo sarà ancora di più tra quattro anni, quando le squadre ammesse non saranno più 12 per ogni categoria, ma 16 ciascuna; un passaggio cruciale per dare ulteriore visibilità alla disciplina dell’hockey su prato, che in questa World Cup ha dimostrato di non soffrire di nessun senso di inferiorità rispetto a sport più celebrati (in Italia). Nella competizione femminile (sabato sera) l’Olanda ha conquistato il settimo titolo di campione del mondo della sua storia infliggendo all’Australia il medesimo punteggio dell’incontro della fase a gironi: 2-0 con i gol di Maartje Paumen (su rigore) e Kim Lammers (“la leggenda”) nella prima mezzora. Nella partita del gruppo A di una settimana prima erano occorsi gli ultimi 20’ alle Orange per violare la porta difesa da Rachael Lynch. Per Kim Lammers si è trattato della 200esima partita internazionale con la maglia delle Orange. L’ultima, perché la bandiera del Laren ha annunciato il ritiro dalle scene; a 33 anni, dopo due mondiali vinti e una medaglia d’oro olimpica: quella di Londra del 2012. Per Kim, il premio (branded by Adidas) per il gol più bello della competizione, quello messo a segno contro la Nuova Zelanda. Per l’altra marcatrice della finale, la capitano Paumen, i gradi di capocannoniere con sette centri totali. All’Olanda è andato anche il premio per la miglior giocatrice, alla due volte medaglia d’oro olimpica, la 28enne Ellen Hoog. Terzo posto finale per l’Argentina di Luciana Aymar (a fine competizione e a 37 anni ha dichiarato di aver disputato il suo ultimo Mondiale, ndr), che nella finalina per il bronzo ha battuto gli Stati Uniti, sorpresa (positiva) di questo torneo, con un gol proprio della Maga (2-1).

il giorno successivo, nella finale maschile, per circa 10’ l’Olanda ha accarezzato il sogno di centrare una storica doppietta femminile-maschile. Tanto trascorreva dal gol di Jeroen Hertzberger (14’) che segnava il momentaneo vantaggio orange (14’), all’uno-due di Chris Ciriello e Kieran Govers che al 24’ portava gli australiani sul 2-1, risultato con il quale i canguri chiudevano la prima frazione. Nella ripresa l’italo-australiano Ciriello siglava la tripletta personale che, complici le segnature di Glenn Turner e Jamie Dwyer, contribuiva a far vincere il Mondiale all’Australia con un ‘imbarazzante’ 6-1 finale.


(Gli australiani campioni del mondo mostrano muscoli e coppa)

Una prova di forza in casa degli olandesi che tuttavia non ha fato altro che confermare i ragazzi di Ric Charlesworth in cima al mondo, dopo il successo di New Delhi di quattro anni fa e dopo la bellezza di sei podi consecutivi ai Giochi Olimpici, che segnano una continuità di risultati di 25 anni. Per il capitano Mark Knowles, pure il premio di miglior giocatore della competizione. Anche in questo caso il bronzo è andato all’Argentina (del top scorer Gonzalo Peillat), probabilmente la più bella sorpresa di questa edizione, che ha beneficiato della cura Retegui, lo storico allenatore delle Leonas che da qualche tempo ha preso in carico anche la sezione maschile. Sesto posto oggettivamente deludente per la Germania, reduce dagli ori olimpici del 2008 e del 2012. La festa si è conclusa con delle premiazioni Mondiali, ‘officiate’ da Leandro Negre e dal presidente CIO, Thomas Bach.


(Leandro Negre e Thomas Bach premiano la nazionale olandese)

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