Si infrange agli shoot-out il sogno degli Stati Uniti di centrare la finale della World Cup femminile 2014. La squadra americana ha ottenuto la partecipazione alla coppa del Mondo grazie alla vittoria con l’Italia nella sfida per il 5° posto del Round 3 della World League, ma va ricordato che le azzurre, nella fase a gironi, con gli Stati Uniti si erano imposte 2-1 al termine di una partita tra le più belle nella storia recente dell’hockey femminile italiano. A L’Aja, gli USA hanno comunque scritto una delle più bella pagine di questa World Cup, che sabato pomeriggio vivrà il suo epilogo con la finale tra Australia e Olanda.

Gli Stati Uniti di Craig Parnham sono la squadra che più è crescita nell’ultimo anno (merito di un efficace e quotidiano lavoro di gruppo che ha tenuto in fortissima considerazione la parte atletica) e mancano l’accesso alla finale senza, in realtà, aver mai perso una partita: nella fase a gironi la squadra a stelle e strisce ha battuto Inghilterra (2-1), Cina (5-0), Sudafrica (4-2) e la Germania (4-1) che domenica si giocherà il quinto posto con il Belgio. Nella semifinale con l’Australia le americane hanno dimostrato di non essere affatto inferiori alle Wallabies e hanno messo in mostra (ancora una volta) lo straordinario talento di Kelsey Kolojejchick, 22enne della Pennsylvania che, dopo i gol segnati a Cina, Inghilterra e Argentina, ha realizzato una doppietta all’Australia e trasformato l’unico shoot-out americano andato a buon fine, dopo il 2-2 emerso dai 70’ regolamentari. Le americane giocheranno la finale per il terzo posto con l’Argentina, campione del mondo uscente e sconfitta nettamente (4-0) dall’Olanda  che, dopo la vittoria con le Leonas a Londra 2012, ha così nuovamente vendicato il ko della finale mondiale di Rosario di quattro anni fa. Nella fase a gironi Stati Uniti e Argentina hanno pareggiato 2-2 e nel caso in cui le nordamericane vincessero eguaglierebbero il loro miglior risultato di sempre in otto partecipazioni alla World Cup: il bronzo a Dublino del 1994.

La finale sarà quindi tra Australia e Olanda, che già si sono sfidate nella fase a gironi con le Orange vincenti 2-0. Nonostante il palmares delle oceaniche (due coppe del mondo nel ’94 e nel ’98 e tre ori olimpici, l’ultimo nel 2000) sembrano esserci pochi dubbi sull’esito di questa partita. L’Olanda, detentrice delle ultime due edizioni dei Giochi Olimpici e campionessa del mondo 8 volte in 15 partecipazioni, ha disputato un torneo da leader dando sempre almeno due gol di scarto a ogni avversaria. Se poi aggiungiamo che si gioca a L’Aja il ruolo di predestinata le è presto attribuito: se fosse, il titolo tornerebbe nella bacheca dell’Olanda dopo una sola edizione di ‘astinenza’.

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