Con un progetto fortemente voluto dalla preside, prof.ssa Coni, e dalla docente di educazione fisica, prof.ssa Luciana Moi, il liceo scientifico statale di Selargius ha voluto pianificare un approccio innovativo alla disciplina dell’hockey , interessando una prima classe sperimentale “sportiva”.

Ad affiancare la docente è stata la sezione hockey della Polisportiva Ferrini Cagliari, già attiva in progetti di tutoraggio hockeistico su diverse scuole medie ed elementari della zona.

L’approccio metodologico è stato diverso da quello finora praticato nelle scuole.

Sia per l’età dei ragazzi che per la finalità del corso , che si è svolto su 8 lezioni di 2 ore ciascuno, gli obiettivi sono stati quelli di formare uno spazio unico e privilegiato di confronto, dialogo, sperimentazione che si è prefisso di unire i valori ai comportamenti, così da promuovere una cultura nuova dello sport: un contesto rinnovato di attività e di gestione della pratica sportiva in generale e dell’hockey in particolare.

E’ stato un percorso interessante - dice Maria Emilia Alacid, responsabile dell’attività hockeistica giovanile e scolastica della Ferrini e talento tra i più cristallini di tutta la serie A1 Femminile - che ha avuto il merito di interessare i ragazzi non solo alla disciplina in se per se, ma ai valori comuni dello sport, alle dinamiche dei gruppi e delle squadre, a continue “contaminazioni” tecniche e tattiche tra diversi sport , magari più conosciuti del nostro. Tutti si sono sentiti coinvolti e , devo dire, nell'evento conclusivo che abbiamo organizzato al campo , simulando una partita e il terzo tempo , abbiamo avuto la partecipazione del 100% degli studenti”.

Abbiamo fatto una escursione nella storia dell’hockey e ne abbiamo approfittato per fare un collegamento con la storia dell’espansione britannica; - dice Roberto Maxia, Presidente della Polisportiva Ferrini e hockeista, che ne ha curato personalmente la realizzazione - abbiamo condiviso una ricerca sulle parole usate nello sport aventi una etimologia derivante dal latino. Insomma , un percorso a 360° che ha interessato e motivato tutti, compreso i più sedentari. I ragazzi hanno inoltre creato un gruppo di WhatsApp dove condividere le foto e le loro esperienze nell’hockey. Anche la ricerca di nuovi linguaggi nel campo social dovrà far parte di innovativi approcci alla pratica dello sport. Loro sono oramai la generazione dello Sport 3.0”.

Si è voluto anche dare una lettura “identitaria” dell'hockey che per la Sardegna rappresenta la leva più importante per posizioni di prestigio nel mondo sportivo nazionale.

Io credo che debba essere incoraggiata e favorita anche la conoscenza del nostro sport , e non solo la pratica - conclude Roberto - questo infatti contribuisce a formare un humus fertile sul quale coltivare gli hockeisti di domani”.

Grazie alla Scuola Pitagora si è cominciato a diffondere un po’ di questa conoscenza : l’arrivederci è già al prossimo anno scolastico. Ma c’è da giurare che alcuni giovani studenti vorranno continuare questa esperienza.




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