Domenica 12 gennaio, alle 15:00, presso il palazzetto di Nepi (Roma) si sono svolte le finali del campionato italiano di parahockey indoor.

Gli occhi erano puntati principalmente sull’Acli, la (nuova) squadra entrata nella famiglia del paralimpico, composta interamente da atleti di età inferiore ai 21 anni. E’ stata proprio l’Acli ad aprire le danze a Nepi, sfidando i campioni in carica (da quattro stagioni a questa parte) del Mercurio. L’impatto (ufficiale) dei ragazzi di Luigi Zaganelli con la disciplina è stato eccezionale: l’Acli ha lottato fino alla fine, perdendo con un onorevole 4-3, a dimostrazione che il lavoro di reclutamento di atleti paralimpici sta procedendo a passi ampi e veloci. La seconda gara in cartello ha invece visto L’Archetto imporsi piuttosto facilmente (5-0) contro l’Acli che, va detto, non è riuscita a dosare le forze, complice l’inesperienza e il calendario che l’ha fatta ‘rimanere’ in campo senza soluzione di continuità dopo il match con il Mercurio. Alla fine la gara tra Mercurio e L’Archetto – nonostante la formula del girone all’italiana- si è rivelata essere una sorta di spareggio per l’assegnazione del titolo di campione d’Italia. Anche stavolta a prevalere è stato il Mercurio di Jacopo Fabrizio, l'allenatore che, nel Prato, ha guidato l'Italia paralimpica alla conquista del titolo di campione d'Europa a Den Haag, in Belgio, la scorsa estate, battendo in finale l'Olanda; come già avvenuto in passato, pure quest’anno il risultato è stato in bilico fino all’ultimo, con L’Archetto di Marco Carboni sempre in partita. Il risultato finale di 7-6 ha consentito al Mercurio di iscrivere per la quinta volta il proprio nome nell’albo d’oro di questa specialità, ma quel che conta è che prima, durante e dopo, per questi magnifici atleti quella di Nepi è stata una festa.