Il Settore Agonistico Nazionale  (SAN) ha tra i suoi compiti quelli di  programmare l’attività sportiva nazionale, di curarne l’organizzazione e di rilasciare l’autorizzazione a organizzare eventi e manifestazioni.

Da giugno 2013 il Consiglio Federale ha affidato la gestione del Settore a una commissione, coordinata da Roberto Maxia e composta dai consiglieri federali William Grivel, Pino Palmieri e Stefania Spagnulo.

Facciamo il punto con il responsabile SAN, Roberto Maxia, al quale chiediamo un primo riscontro delle cose fatte.

“Siamo stati nominati a giugno, per cui abbastanza a ridosso nell’inizio dell’attività 2013/2014 – precisa Roberto - subito dopo ci siamo messi al lavoro per pianificare e organizzare i campionati prato e, successivamente, quelli indoor. La Commissione, fatta salva la normale (e auspicata) dialettica tra i suoi componenti, che possono avere anche alcune idee diverse, alla fine ha sempre trovato una sintesi. Il recente Consiglio Federale di Bologna ha apprezzato questo lavoro, soprattutto per la trasparenza di ogni scelta. Scelte che rispecchiano le linee programmatiche del Quadriennio Olimpico”.

Avete incontrato i responsabili SAR delle varie Macro-Aree. È stato un incontro fruttuoso?

Assolutamente sì. Ci è servito per veicolare alcune strategie sul territorio e per ricevere un feed-back dalle varie zone. Sarebbe da ipocriti girare la testa dall’altra parte e far finta che vada tutto bene. Siamo in un momento di complessiva difficoltà, economica e sociale, e il disagio che ne deriva intacca la passione e la dedizione sia dei dirigenti che dei tecnici e degli atleti. È una situazione che conosco bene – prosegue Maxia -. Chi ha a cuore gli interessi dell’hockey dovrebbe rimboccarsi le maniche come ci esorta il presidente Di Mauro e come è nello spirito di questo sport, pur dividendosi, ma rispettandosi comunque, sulle ricette da porre in essere. Uomini della provvidenza non ne esistono (per fortuna).

Per quanto attiene l’attività sul territorio, noi crediamo che questa, istituita e regolamentata centralmente, debba essere declinata sul territorio dai responsabili SAR, intesi come facilitatori e promotori capaci di intercettare le varie e diverse esigenze locali, di concerto con i presidenti dei Comitati Regionali e delle Delegazioni.

Sempre nell’ottica di un rafforzamento informativo, gradualmente e con il debito rodaggio di cui in questi casi occorre sempre tener conto, anche i calendari e i risultati della attività di Area saranno ospitati in apposita sezione del sito federale.

Stante l’attuale situazione, solo da un rafforzamento dell’attività locale, soprattutto giovanile ma non solo, può arrivare l’auspicabile allargamento della base della nostra piramide, per la quale va sempre tenuta in conto l’importanza dei comitati regionali e delle delegazioni.

Parliamo di campionati di hockey su prato.

“I campionati  di hockey prato sono stati istituiti e organizzati nel segno di una continuità con il passato, essendo decisioni già prese precedentemente. Anche l’introduzione dei play-off scudetto era già stata decisa e caratterizzerà i campionati maggiori. Mi piace però mettere in evidenza l’attenzione che si è voluto dare all’hockey femminile, in evidente difficoltà di numeri e di qualità; movimento femminile nazionale che, come è nelle strategie del consiglio federale, si cercherà di implementare. Per il resto , qualche segnalazione, non la chiamerei protesta, c’è stata per i gironi di A2 maschile; credo sia fisiologico e ci scusiamo anticipatamente se a qualcuno è stato creato un qualche disagio ma posso dire che tutti i dati utilizzati erano oggettivi e sono trasparenti”.

Il recente comunicato sull’indoor ha creato qualche rimostranza?

“Salvo qualcuno che però mi sembra che difenda interessi particolari, pur legittimi ma estranei alla nostra visione, direi che la riforma, che riveste carattere sperimentale, è stata in gran parte compresa. È il tentativo, auspicato da molti, di ridurre le spese, continuare a giocare, provare a ri-coinvolgere club che avevano abbandonato questa disciplina, e poi ritrovarsi in una grande evento nazionale sul quale concentrare  le poche risorse e focalizzare l’attenzione. Sottolineo che si tratta di una sperimentazione. Non voglio prestare attenzione a chi ha cercato altre motivazioni, se non quelle che ho appena detto. Vorrei anche aggiungere che anche la Federazione Internazionale “punta” sull’hockey a 11 in quanto disciplina olimpica  e ha normato un “hockey a 5” , indoor e outdoor, sul solco di questa strategia internazionale.”  

Il NOC sugli atleti stranieri è stata una novità di quest’anno.

Era indifferibile. Lo chiedeva, anzi lo pretendeva, la IHF. È una norma che parte da quanto successo con la lega “ribelle” indiana e tutela le squadre nazionali rispetto a quelle di club. Ritengo personalmente che sia una normativa in divenire in quanto solo con un calendario internazionale, condiviso da tutte le Federazioni Continentali, si può arrivare a evitare sovrapposizioni e conflitti tra Federazioni e Club, tutelando i diritti di chi, in gran parte, è atleta dilettante. Pur nella imposizione della IHF, la nostra Federazione ha voluto dare una impronta abbastanza soft alla introduzione della norma, confidando sulla collaborazione dei club. A breve, gli uffici federali cominceranno ad acquisire i NOC rispondenti alle dichiarazioni di status fatte dai singoli club.

E l’autorizzazione degli eventi?

È all’interno della stessa normativa dei NOC e riguarda il fatto che la Federazione Italiana è l’unico organismo che può organizzare o autorizzare eventi di hockey nazionale in Italia. Aggiungo che se l’evento prevede la partecipazione di squadre europee e/o extraeuropee, allora le relative autorizzazioni devono essere richieste e rilasciate da IHF e EHF. Sul sito federali tali eventi verranno pubblicati. Raccomando a tutti di non organizzare eventi senza autorizzazione e di non partecipare ad eventi non autorizzati; la IHF ci impone di intervenire e di sanzionare: significa che saremmo costretti a infliggere multe proprio per conto delle Federazioni europea e internazionale. 

Vi sono state altre iniziative del SAN, su mandato del presidente Luca Di mauro e del consiglio federale del corrente quadriennio olimpico?

Abbiamo tentato di avere una visione multi-settoriale e ci siamo rapportati con altri settori; a esempio, con il Settore Impianti per una completa ricognizione dei requisiti degli impianti, con il Settore Arbitrale per la verifica del permanere di tali requisiti, con il settore Promozionale per alcuni progetti che verranno tra breve indicati, con il Settore Comunicazione per la creazione di un booklet low-cost sui campionati maggiori, sulla istituzione di una Coppa per i Campioni d’Italia itinerante, da custodirsi nella club-house dei vincitori e nella preparazione di un evento con la stampa nel quale anche i campionati trovino il giusto spazio. Con il Settore Squadre Nazionali il dialogo è continuo sia per allineare il planning dell’attività sia per programmare in prospettiva l’organizzazione di eventi congiunti, soprattutto a livello giovanile”

Ultime considerazioni?

Una cosa la voglio aggiungere: il SAN è un organo tecnico e non politico. Per intenderci, le linee guida sono nelle prerogative del CF e il SAN si limita a “tecnicizzarle” e renderle operative. Non vi è dubbio che questa commissione stia anche lavorando, in piena autonomia, nella elaborazione di proposte da portare in consiglio. In questa funzione la Commissione è aperta a ogni istanza proveniente dagli affiliati. Faccio un esempio: è dal territorio che è venuta la proposta di una Coppa Nazionale per ogni categoria giovanile, che affianchi  la tradizionale Finale Nazionale che assegna il titolo. Ad iscrizione libera, una per ogni categoria e organizzata dai club che ne facciano richiesta: può diventare un utile strumento per chi vuole preparare le proprie squadre del futuro in uno scenario di competizione nazionale, ma all’interno del clima da torneo tipico del nostro sport. Ci stiamo lavorando.

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