Vincere è difficile ma (non v’è dubbio) lo è ancora di più confermarsi. Eppure l’Italia dell’hockey paralimpico riesce nell’impresa di conquistare, alla seconda partecipazione consecutiva, il secondo europeo EHF per disabili intellettivi relazionali. Dopo i successi con Belgio, Olanda, Spagna e i 16 gol complessivi segnati, in finale gli azzurri dell’allenatore Barbara Mannino e del team manager Marco Carboni (bravissmi!) trovano l’Olanda, come nel 2011 a Monchengladbach. E, come allora, vincono. Ancora. In Germania servirono i rigori dopo il 2-2 dei 40’ regolamentari (va ricordato che si gioca a campo ridotto e con la formula dei due tempi da 20’) stavolta, in Belgio, non è servito: a decidere è stato il gol di Stefano Casile, al 12’ del primo tempo. In una gara che i nostri avversari, dopo il 4-1 del giorno prima, hanno giocato prettamente in difesa e in cui è occorso un guizzo (il nono in quattro partite) di questo ragazzo di vent’anni - una forte storia personale alle spalle ma una vogli ancor più grande di emergere - per portare a casa medagli e coppa, consegnate direttamente dalle mani della presidentessa della Federazione Europea, Marijke Fleuren. L’Italia dell’hockey paralimpico ha uno score di risultati impressionanti: in 22 partite non ha mai perso. E poco conta che in Olanda ci siano oltre 100 club che ospitino hockey prato per disabili; in Italia sono assai meno, ma tanto basta a disegnare una squadra di invincibili, che in 22 gare ha rimediato solo 4 gol in totale, tutti dall’Olanda, nell’arco di due anni. Quell’Olanda che però, con noi, ha sempre perso. Anche stavolta.



(foto dal sito della Federazione Europea di Hockey)
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