Si è svolto oggi, mercoledì 3 luglio, presso la Sala delle Conferenze della Chiesa di Sant’Angelo, a Castiglion Fiorentino (Arezzo), il workshop “I valori universali dello sport”, organizzato da Sport Without Borders Italy (SWBI) all’interno del ventaglio di offerte del progetto Spot Modello di Vita. Alla conferenza, di respiro internazionale, hanno preso parte il presidente di Global Sport Without Borders e di Sport Sans Frontierés, David Blough, il presidente di SWBI, Federico Serra, il direttore generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, Paolo Di Caro. Le sei Federazioni Sportive Nazionali facenti parte del progetto erano rappresentante dal presidente della FSN capofila (la Federazione Italiana Hockey), Luca Di Mauro, insieme a Fabio Pagliara, segretario FIH e coordinatore del progetto.

In apertura, David Blough he diffusamente illustrato il progetto definito “playdagogy”  che Sport Without Borders sta portando avanti; lo sport, quindi, come strumento di educazione e istruzione, laddove non di rivalsa ed emancipazione. Blough ha poi citato, quali sfere d’azione, le “periferie del mondo” che, come ha precisato poi Fabio Pagliara, spesso sono le periferie sotto le nostre stesse case. Tra i tanti interventi che hanno arricchito il convegno, va segnalato quello che ha visto protagonista Giacomo “Jack” Sintini, campione di volley che ha raccontato la sua storia; una storia che va ben oltre le normali vicende sportive ma che proprio nell’agonismo trova scritta una splendida pagina. Campione d’Europa di volley con la maglia azzurra nel 2006 (anno anche del suo primo scudetto come campione d’Italia), a Sintini nel  2011, a soli 32 anni, viene diagnosticato un tumore al sistema linfatico. Abbandonata la carriera agonistica per le cure, dopo un solo anno Jack sconfigge la malattia e torna a giocare. Lo ingaggia il Trentino Volley; nelle finali scudetto dello scorso maggio, a seguito dell’infortunio del palleggiatore titolare, gioca gara 5 della finale playoff, contribuisce in maniera determinante a far vincere lo scudetto alla sua squadra e viene nominato MVP della partita. Una storia di amore e coraggio, un Modello di Vita. Jack Sintini ha anche creato una associazione a lui stesso intitolata: per saperne di più basta digitare “associazione jack sintini” e vedere la relativa pagina Facebook (profilo pubblico). A seguire il workshop ha virato su altri temi molto cari a Sport Without Borders; in particolar modo (e ancora) lo sviluppo dello sport nei paesi poveri del mondo. Dato conto di quanto si è già fatto e si sta facendo in Bolivia, grazie all’attività di Maya Koshi, sono state poi rivelate le linee guida del progetto che porterà a operare, in concreto, in Nigeria. Il vicepresidente di Sport Without Borders, Maurizio Damilano (campione olimpico e campione del mondo di atletica leggera) ha espressamente enunciato la centralità che l’associazione intende avere in alcuni determinate sfere del mondo dello sport; in particolar modo Damilano ha inteso soffermarsi sul ruolo della terza età. Alle 13:00, circa, sono terminati i lavori, condotti dalla giornalista e conduttrice Eleonora Benfatto. L’organizzazione del workshop rientra nel XVII Premio Internazionale Fairplay Mecenate, che nella serata di oggi, mercoledì 3 luglio, avrà il suo epilogo in un appuntamento che sarà trasmesso dalle telecamere di Raisport 1 domani sera (giovedì 4) a partire dalle 21:00.

(nelle foto FIH alcuni momenti del workshop "I valori universali dello sport". Nella foto in basso, in maglia nera, Giacomo 'Jack' Sintini)

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