Il giorno dopo il rientro da Gniezno, in Polonia, dove l’Italhockey ha partecipato alla “4 Nations Cup” con Francia, Polonia e Scozia (rispettivamente n° 16, 17 e 26 del ranking mondiale), l’allenatore e Direttore Tecnico delle maschili, Roberto Da Gai, si dice “soddisfatto di quello che ho visto e soddisfatto dei risultati, sebbene non contento” perché non lo si può essere mai di una sconfitta, sebbene maturata contro avversari che pure “in questo momento sono due gradini avanti a noi”. E’ comunque andata “come speravo andasse. Il torneo era di alto livello e noi ci siamo presentati senza allenamenti nelle gambe - a Roma, il mese scorso, si è trattato più che altro di una “conoscenza” -  con lo scopo di capire quale fosse il nostro punto di partenza con nazionali forti; e devo dire che siamo più avanti di quanto mi aspettassi”. L’obiettivo è arrivare “a giocare alla pari con queste squadre. In quanto tempo? Dipende da diversi fattori, ma essendo molto ottimista posso dire in due anni, anche se potrebbero servirne di più”.  Questo perché occorrono “tante cose: partite internazionali, lavoro nei club, crescita dei giovani. La nazionale è lo specchio dei club italiani e se l’hockey italiano cresce, e cresce anche a livello di competitività dei Club in Europa,  allora cresce tutto il movimento”. A Gniezno, comunque, la soddisfazione sta nell’aver offerto (anche) prove di grande concentrazione, mentalità e coinvolgimento nella partita per tutti i 70’ di gara (“non abbiamo mai perso la testa nemmeno per 5’, che spesso possono costare una  imbarcata”): “Nessuna squadra ci ha schiacciato. Ovviamente per il nostro valore, sia tecnico che, in questa fase,  di organizzazione, abbiamo pagato alcune situazioni più del dovuto, ma la volontà dei giocatori mi ha soddisfatto. Sui corti non abbiamo potuto allenarci, altrimenti avremmo sfruttato meglio  questa opportunità, a esempio contro la Scozia”.

I prossimi impegni degli Azzurri adesso prevedono un raduno in Italia a metà luglio (“lavoreremo su quanto fatto in questo torneo”) e un altro – con sede Roma – nei primi di agosto, “poi andremo a Glasgow per tre test match con la Scozia”: tutto propedeutico al Round 1 della World League di Praga, che vedrà l’Italia tra le partecipanti, in agenda tra fine agosto e i primi di settembre.

Da qui ad allora ci sarà tempo per scelte e valutazioni: “La Nazionale ‘deve’ essere aperta  - dice Da Gai - e lo è sicuramente, perché sappiamo che in Polonia mancavano giocatori” su cui si fa affidamento “e la rosa al momento non è di 18, ma almeno di 24-25”. Un occhio attento è vero i giovani, “giocatori di talento, di 18-20 anni, che devono respirare l’odore della maglia della senior; per rinnovare. Anche se, va da sé, tutti un posto se lo devono guadagnare”. E proprio tra i giovani c’è il giocatore che ha più impressionato, in questi giorni, l’allenatore della Senior, ed è “Garbaccio: ha 18 anni e, per l’età che ha, sa stare molto bene in campo”; esempio probabilmente di quel buon lavoro fatto nei club accennato prima.

“Con i raduni e i test di queste ultime settimane – dice il responsabile SSN Enrico Medda – ha preso corpo il processo di rinnovamento del Settore Squadre Nazionali; un processo sposato appieno da staff tecnico e giocatori”.

“L’attuale situazione economica federale, in questa fase, non ci permette di fare tutto ciò che vorremmo – prosegue Medda - ma stiamo lavorando; e grazie all’entusiasmo dimostrato dagli atleti e alla professionalità messa in campo da tutti i componenti del nostro staff tecnico, che gode di piena fiducia, la convinzione è che i progressi che ci siamo prefissati arriveranno, laddove non stiano già arrivando”.