Genova da circa un mese ha un secondo campo da hockey. Ma non un campo da hockey come tutti gli altri: questo nuovo campo ha due particolarità che lo rendono unico: la prima è che è piccolo, molto piccolo: si tratta infatti di un campo a 5, lungo non più di 30 metri e largo meno di 20. La seconda è che il tipo di manto scelto lo rende un ulteriore "unicum" nazionale: è infatti tutto blu, con il manto sintetico top di gamma dell'azienda italiana Limonta Sport, che produce e realizza campi da hockey in tutto il mondo certificati per le competizioni internazionali (in Italia, prima di Genova: Cernusco sul Naviglio, Potenza Picena, Riva del Garda; in Europa Braxgata in Belgio, Pozuelo in Spagna, Zoetermer in Olanda).
Spiega Daniele Franza, presidente del Genova Hockey 1980 che gestisce l'impianto: "Il nostro club è nato otto anni fa con una intuizione: invece di portare i bambini nei campi da hockey, occorreva, per una migliore crescita, invertire di 180 gradi il paradigma: portare cioè l'hockey a casa dei bambini. Quando lo abbiamo capito, il nostro club è passato da 10 a 100 tesserati nel giro di un anno, tutti giovanissimi. Ed è così che abbiamo proliferato, costituendo oggi il primo settore giovanile della Liguria e svolgendo attività su tre scuole hockey in tre quartieri diversi della città, in ognuno dei quali abbiamo un campetto. Il campo da hockey a 11 noi lo usiamo solo nei fine settimana, per le partite di campionato a 7 e a 11".
La nuova politica federale sembra andare nella stessa (giusta) direzione: il campionato nazionale under 12 esiste dal 2013/14; dal 2015/16 ha le finali scudetto come tutti gli altri campionati; dal 2016/17 viene utilizzato come parametro per ottenere contributi federali; dal 2017/18 è addirittura obbligatorio (sebbene la multa per chi non lo porta a termine sia quasi simbolica).
“Se l’under 12, cioè l’hockey a 5, è considerato a livello nazionale come volano per lo sviluppo, è nei campetti a cinque che questo sviluppo deve proliferare”, sostiene Daniele Franza, che aggiunge categorico: “Dobbiamo superare la pigrizia mentale che vuole l’hockey confinato nei soli campi da hockey!”
L'Italia è piena di campi da calcetto, ed è su questi campi sparsi in tutti i quartieri delle città della Penisola che si può praticare l'hockey promozionale e agonistico delle scuole hockey e dei vivai. Se poi, come ha fatto il Genova Hockey 1980, questi campi da calcetto vengono trasformati in campi da hockey, i benefici tecnici sono enormi.
"Sono troppo pochi i campi da hockey in Italia", commenta ancora Daniele Franza, che argomenta così: "Questo è l'ostacolo più grande alla crescita, perché limitare l'hockey nei soli campi da hockey, limita la crescita dell'hockey. L'Italia è invece piena di campi da calcetto e il messaggio che diamo all'Italia hockeistica è questo: ripartiamo da qui, da quello che abbiamo. Ogni club prenda un campo da calcetto, lo trasformi in campetto da hockey. Da noi ha funzionato. Non ci sono motivi per non pensare che possa funzionare a tutti".
Conclude Franza: "Un ringraziamento di cuore va fatto a quanti, in tutta Italia, ci hanno aiutato economicamente. Da soli non ce l'avremmo mai fatta. Da Avezzano a Torino, da Roma a Bologna, da Cagliari a Castello d'Agogna, da Brescia alla Sicilia, senza contare i tanti amici di Genova e ovviamente la Federazione Italiana Hockey nella persona del suo presidente Sergio Mignardi. E' stato un piccolo miracolo sportivo che dimostra ancora una volta, ma non ce n'era bisogno, che quando la comunità hockeistica italiana si muove compatta e con un solo cuore, sa ottenere risultati insperati. Grazie a tutti!"
(da Genova Hockey 1980)
(da Genova Hockey 1980)