Con 28 medaglie (otto d’oro, nove d’argento e undici di bronzo), la spedizione azzurra ha chiuso la propria partecipazione alle Olimpiadi di Londra 2012. Un risultato che colloca l’Italia all’ottavo posto nel medagliere finale, alle spalle di Germania, Corea del Sud, Russia, Gran Bretagna (terza), Cina e Stati Uniti, che con le 104 medaglie di questa edizione (di cui 45 d’oro) porta a 2299 il suo bottino complessivo in tutte le edizioni dei Giochi Olimpici. Una Olimpiade fatta di certezze (scherma, tre ori, due bronzi e due argenti), qualche amara delusione (il nuoto, dove la sola Martina Grimaldi, con il bronzo nella 10 km, ha impedito un clamoroso “zero” per questa disciplina che in Italia conta centinaia e centinaia di migliaia di praticanti)  ma che sostanzialmente fa fare alla spedizione azzurra un passo in avanti rispetto a Pechino 2008, quando si chiuse a quota 27. Soddisfatto il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che prima della partenze per l’Isola aveva auspicato un bottino di 25 medaglie e ha salutato i risultati londinesi parlando di una Italia capace di confermarsi “nel G8 dello sport”. Tra le medaglie più belle, quella di Daniele Molmenti, il canoista oro nel K1, proprio nel giorno del suo 28esimo compleanno. Un atleta che ha visto premiati i sacrifici di molti anni (e il suo forte impegno sociale) anche con la designazione di portabandiera nella cerimonia di chiusura di questa kermesse. Da incorniciare anche il record di Jessica Rossi, 99 centri su 100 colpi nel trap femminile; a soli 20 anni. L’oro del tiro con l’arco a squadra, conquistato da Marco Galiazzo, Michele Frangilli e Mauro Nespoli, aspetto da vicini di casa e mira da Guglielmo Tell. O quello di Niccolò Campriani nel Tiro a Segno (50 metri), centrato dopo poche ore da un amaro (tuttavia non per lui) argento dai 10 metri. Un medagliere che poteva contare un oro di più se al Supermassimo Roberto Cammarelle non fosse capitato in sorte, in finale, un avversario britannico troppo ben visto dai giudici; o se Giovanni Cernogaraz, oro nella Fossa Olimpica e veneto di sangue e lingua, non fosse stato “casualmente” iscritto alla federazione croata, piuttosto che a quella a lui più congeniale (per sua stessa ammissione), l’italiana: sarebbe stata una fantastica doppietta, dato che in quella specialità è giunto anche l’argento di Massimo Fabrizi. E’ stata l’Olimpiade della consacrazione di Usain Bolt (altre tre medaglie d’oro nella velocità e unico atleta capace di affermarsi per due edizioni di seguito nei 100 e 200 metri) e quella del record di Phelps, uomo più medagliato di sempre ai Giochi, che con il suo impressionante bottino personale di 22 medaglie ha superato la ginnasta sovietica Larisa Latynina (1956-1964) ferma a quota 18. Tra i record, impressionante quello del keniano David Rudisha negli 800 metri, primo uomo a scendere sotto la soglia del minuto e quarantuno; sfortunato, però, nel vincere il suo oro e nel registrare il suo record proprio nella serata del trionfo di Bolt nei 200 metri: un risultato che ha mediaticamente offuscato tutti gli altri. Una olimpiade fatta di certezze e sorprese. Tra quest’ultime, la vittoria nel calcio (di certo, per una volta ogni quattro anni, non lo sport più seguito) del Messico, in finale, sul Brasile dei (tanti) giovani e strapagati campioni. Tra le certezze, l’Hockey su Prato, dove la Germania (nella competizione maschile) ha confermato l’oro di Pechino e l’Olanda (nella femminile) ha fatto altrettanto. Il podio degli Uomini ha visto l’Australia terza (per la quarta volta nelle ultime cinque edizioni e comunque sempre sul podio da Barcellona 1992), grazie al successo nella finalina con la Gran Bretagna, che invece, un bronzo, lo ha spuntato con le Donne, davanti allo sguardo compiaciuto della sua prima (illustre) tifosa, la principessa Kate. Argento per le Leonas (giunta a Londra grazie a una sorta di wild card, “favorita” dal Sudafrica e dalla Federazione Internazionale), che falliscono per l’ennesima volta l’appuntamento con l’oro. Neanche il tempo di fiatare, che l’hockey offre (già) un'altra occasione per dar mostra della propria competitività. Anche in chiave olimpica. La World League (femminile) al via il 14 agosto a Praga è infatti una competizione che mette in palio (Round dopo Round) preziosi punti per il Brasile. L’Italia c’è; e il primo incontro lo giocherà martedì alle 17:00 con le padrone di casa della Repubblica Ceca. Sei le squadre partecipanti: le prime quattro vanno al Round 2. Per i maschi, invece, occorrerà aspettare un altro mese e poco più.
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