Nella vita, si sa, ci sono situazioni ed avvenimenti difficili da spiegare e da interpretare, trasformando l’umano tentativo di sezionare, analizzare e valutare in maniera puramente razionale le componenti che li caratterizzano in un abbozzo di ipotesi confuse.
Lo sport, che della vita può essere una delle tante filosofie percorribili, spesso evidenzia alchimie bizzarre che, inspiegabilmente, conducono ai dei risultati imprevedibili ed inimmaginabili.
E’ per questo che desidero ricordare la squadra che ha vinto il campionato italiano maschile di hockey su prato 2011/12 citando i numeri che descrivono una bellissima stagione sportiva e permettono, a chi ha occhi e coscienza per leggere tra le righe, di individuare una chiave di lettura e magari, perché no, anche lasciarsi un pochettino impressionare ed emozionare:
venti vittorie in venti partite, miglior attacco con 78 reti segnate (una media di 3,9 a gara) e miglior difesa con 31 reti subite, venti punti di vantaggio rispetto alla squadra seconda classificata nella stagione regolare, Priyesh Bhana capocannoniere del campionato con il notevole bottino di 29 goal, dieci in più del secondo miglior marcatore stagionale, Massimo Lanzano, altro componente del prolifico attacco giallonero, che si è invece dimostrato determinante nel corso della Final Four segnando tre reti e conquistando il premio di top scorer di quest’appendice del campionato.


Ma sono numeri forse ancora più importanti per leggere le chiavi del successo di un gruppo i 41 anni di Oleksii Shvets, libero che si è dimostrato impeccabile nel corso di tutta una stagione affrontando l’esperienza braidese con la passione e l’entusiasmo di un ragazzino; le 48 ore di viaggio affrontate dai genitori di David Green dalla Nuova Zelanda per vedere il figlio giocare e vincere, oltre al suo primo scudetto, anche il premio come miglior giocatore del torneo di finale; la sessantina di tifosi braidesi (ma per il calore con cui hanno supportato la squadra durante tutta la stagione forse valevano come seicento, a riprova del fatto che non tutti gli zeri valgono zero) colorati, appassionati, entusiasti e orgogliosi; i 16 anni di Nicholas Chiesa, che ha sfiorato di un millimetro l’appuntamento con il goal a pochi minuti dalla fine della finale, prodotto di un vivaio che viene curato da anni con la stessa passione e l’impegno con cui un buon contadino coltiva il proprio orticello; le 6 finali scudetto disputate dalla squadra negli ultimi sei anni, gli 8 titoli assoluti vinti dalla Società negli ultimi cinque anni; e soprattutto i 33 anni di astinenza trascorsi dal primo, storico, scudetto vinto dall’H.C. Bra nel 1975.
Perché si sa, nello sport, come nella vita, l’attesa aumenta il desiderio…e la passione con cui si lotta per i propri sogni e per vedere realizzati i propri desideri a volte può far realizzare qualcosa di impensabile, di storico…perché i numeri, letti così, sinceramente fanno un po’ impressione…ma in fondo non raccontano tutta la verità…
Perché io ho scritto tanti numeri… ma mi piacerebbe che qualcuno ci leggesse una poesia!!!

Paolo Cane

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