Per le finali nazionali di hockey indoor che si terranno per la prima volta a Pisa da venerdì 5 a domenica 7 il Cus Pisa sfodera il suo asso nella manica e richiama da Bruxelles il campione azzurro Luca Ferrini. Nato e cresciuto anche sportivamente a Pisa sotto la guida di Silvana Lo Giudice e Daniele Taglioli fin dall'età di 7 anni, Ferrini è entrato nella squadra cagliaritana dell'Amsicora nel 2008. Lo stesso anno, mentre frequentava l'ultimo anno di scuola superiore, Ferrini è diventato titolare della nazionale italiana per poi essere chiamato a giocare in Belgio a giocare con il Baudouin Royal Hockey Club. Attualmente il campione azzurro è per la terza stagione consecutiva difensore centrale dell'Oree Hockey Club di Bruxelles, dove è in prestito con cartellino del Cus Pisa e dove lavora anche, per sua scelta, presso le istituzioni europee. Essendo i campionati di hockey su prato e hockey indoor distinti sia a livello italiano che internazionale, il Cus Pisa ha potuto convocare il suo tesserato per partecipare a queste importanti finali. «Purtroppo quest’anno non sono riuscito ad allenarmi con i compagni del Cus, con i quali ho un legame molto forte e per i quali ho grande stima – dice Ferrini – ma sono certo che potremo contare sui tanti anni di gioco insieme e su schemi ben consolidati». Con l'inserimento del 26enne Ferrini, il coach Gabriele Bianco è convinto di avere ancora più chance per la conquista del tanto agognato primo scudetto per la sezione maschile del Cus Pisa. Le atlete della squadra femminile ambiscono invece a riprendersi il titolo di campionesse d'Italia dalle colleghe della Lorenzoni (Bra), che lo scorso anno se lo sono aggiudicato, complice anche la convocazione di numerose atlete pisane nel team nazionale. Le prime partite delle due squadre cittadine si giocheranno venerdì alle 13.10 e alle 17.50 al Palasport per quanto riguarda la sezione maschile, e con orario 16.40 e 20.10 al Palacus per la squadra femminile, sempre con ingresso gratuito. Alla cerimonia di premiazione di domenica 7 parteciperanno, a fianco del sindaco Marco Filippeschi e dell'assessore Salvatore Sanzo, Luigi Piacentini, olimpionico di hockey, e Daniele Masala, pentatleta più volte insignito della medaglia d'oro alle olimpiadi. «È una grande soddisfazione poter avere queste finali a Pisa proprio nell'anno in cui siamo Città Europea dello Sport – commenta Sanzo, che è anche presidente toscano del Coni – e tutta la mia riconoscenza va alla Federazione e agli organizzatori che tanto si stanno prodigando per la buona riuscita della manifestazione». Proseguono nel frattempo gli impegni per tutti gli atleti gialloblu, e dopo il quarto posto nel campionato nazionale per le hockeiste under 21, questo sabato toccherà alle under 16 cimentarsi con le avversarie sul campo del Pinasca (To) e il fine settimana successivo alle under 14 su quello di Bra (Cn).
Intervista a Luca Ferrini:
Luca Ferrini, nato a Pisa il 27.02.1990.
In Italia, oltre al Cus Pisa, ha giocato nell’Amsicora (squadra pluriscudettata di Cagliari) tra i 18 e i 19 anni, durante il suo ultimo anno di scuola. Lo stesso anno ha fatto il suo debutto in nazionale maggiore.
A che età hai iniziato a giocare a hockey?
Ho iniziato a 7 anni con i miei maestri Silvana Lo Giudice e Daniele Taglioli
Da quanto tempo vivi in Belgio?
Quella in corso è la mia terza stagione in Belgio. Gioco per Oree Hockey Club a Bruxelles in prima divisione. Gioco in difesa, come difensore centrale o terzino. Prima di questa stagione ho giocato nel Baudouin Royal Hockey Club, sempre a Bruxelles.
Come giudichi il campionato italiano rispetto a quello belga?
Il campionato belga ha raggiunto un livello altissimo, soprattutto negli ultimi anni, grazie a investimenti, interesse popolare e mediatico, e per caratteristiche del paese (piccolo, piuttosto ricco, con tradizione sportiva, vicino all’Olanda tradizionalmente leader nell’hockey). Il campionato Italiano ha potenziale, ma soffre di problemi strutturali (il paese è grande e partecipare al campionato è costoso per i club. Lo sport ha poca visibilità e quindi pochi iscritti alla Federazione, il che tiene basso il numero di squadre e di talenti naturali). Insomma, il campionato belga si sta spostando verso una professionalizzazione che in Italia per ora è difficile immaginare.
L'hockey professionistico è il tuo lavoro?
Per scelta non mi dedico completamente all’hockey, ma porto avanti in parallelo anche la mia carriera lavorativa (nelle istituzioni europee). Vari dei miei compagni di squadra sono professionisti e vivono di hockey (alcuni solo giocando, altri giocando e allenando squadre di bambini nel loro club).
Negli ultimi 3 tornei hai ricoperto il ruolo di vicecapitano della nazionale italiana e alle Universiadi di Kazan eri capitano degli azzurri. Che prospettive vedi per il futuro?
I fattori menzionati sopra influenzano anche il livello della nazionale Italiana. Penso che per qualità potremmo stare tra le prime 20 squadre al mondo, ma ci manca continuità e un progetto a medio-lungo termine. Il fatto che l’hockey sia sport olimpico ci dà possibilità notevoli, e sono sicuro che con le condizioni adatte potremmo avere una crescita significativa anche sul medio termine.
E nel tuo futuro cosa vedi?
Spingere ancora il mio gioco per migliorare ancora il mio livello ed essere un giocatore chiave nella nazionale italiana.
(A cura di Pierpaolo Corradini per ufficio stampa CUS Pisa Hockey)