E’ stato presentato ieri, martedì 30 gennaio, dall’Istituto per il Credito Sportivo e da Sport e Salute SpA, alla presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Rapporto Sport 2023, che evidenzia la rilevanza economica e la capacità di generare benefici sociali addizionali del settore Sport.

La pubblicazione del report ha l’obiettivo di accendere un faro sul grande potenziale dell’industria sportiva, fornendo un quadro del contributo al PIL, della domanda di pratica sportiva, dello stato del parco impianti nazionale e della dimensione di impatto dello Sport.


Uno strumento a supporto delle politiche per lo Sport che offre, attraverso l’utilizzo di dati completi e allineati al quadro metodologico raccomandato dalla Commissione europea, la base informativa di riferimento per la determinazione del valore economico e sociale della filiera estesa dell’industria sportiva.


Il Rapporto Sport 2023 interpreta l’esigenza di acquisire nuove consapevolezze del sistema sport, della sua influenza e dei suoi impatti nell’ambito dell’economia sociale della nostra Nazione, così come della qualità della vita delle persone e delle comunità” ha spiegato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.


Il Rapporto Sport 2023 è stato illustrato dal Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Beniamino Quintieri, dal Presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma e commentato dalla Vicepresidente Vicario del CONI, Silvia Salis e dal Presidente del CIP, Luca Pancalli.
Presente anche il Presidente FIH Sergio Mignardi, che dice “Il Rapporto 2023 conferma che il Sistema Sportivo è cambiato radicalmente; lo Sport non è pensato solo come agonismo votato al risultato sportivo, ma come leva in grado di generare benessere sociale e migliorare la qualità della vita delle persone. La politica FIH del Consiglio Federale ha una prospettiva in linea con il nuovo assetto del sistema sportivo Italia e segue queste linee di indirizzo”.



IMPATTO ECONOMICO
. Il settore dello Sport ha raggiunto in Italia una dimensione economica rilevante pari a circa 22 miliardi di euro, con un contributo al PIL nazionale dell’1,3%. Si conferma una vera e propria industria, con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche, stimato in 2,2x e un’incidenza significativa a livello occupazionale. Il settore conta circa 400mila addetti attivi lungo la filiera estesa dello Sport, che vede la presenza di oltre 15mila imprese private e circa 82mila Enti non profit.


IMPIANTI
. Il tasto dolente è costituito dallo stato delle infrastrutture sportive, caratterizzate da significativi problemi di manutenzione e conservazione e da una disomogenea distribuzione territoriale.

Il 44% degli impianti è stato realizzato negli anni Settanta e Ottanta, in gran parte inefficiente in termini di sostenibilità economica e ambientale. La pandemia e la successiva crisi energetica hanno avuto pesanti ripercussioni sull’equilibrio finanziario di molte strutture sportive, fortemente penalizzate dall’aumento delle bollette di elettricità e gas che, nei picchi massimi delle quotazioni, sono arrivate a incidere fino al 45% dei costi fissi totali. La sfida principale – dice il Rapporto - è rendere più efficiente e capillare la rete delle infrastrutture, favorendo la transizione verde e digitale degli impianti e assegnando priorità di intervento al Mezzogiorno, dove è localizzato solo il 26% degli impianti nazionali.


I PRATICANTI
. Più di 38 milioni di italiani non pratica Sport e solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo continuativo. È necessaria un’azione di sistema per la costruzione di una cultura dello Sport, attraverso politiche multisettoriali in un’ottica sinergica tra pubblico e privato.



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