
foto di FIH/CC21
Abbiamo raccolto le loro impressioni:
VALENTINA TOMASI
QUANDO E' INIZIATA LA TUA CARRIERA COME ARBITRO?
La mia avventura come arbitro e' iniziata molti anni fa, ricordo che per poter fare l'esame abbiamo dovuto aspettare che compissi sedici anni..perciò sono ormai 18 anni che passo i miei week end sui campi.
VIENI DA UNA REGIONE CHE HA AVUTO ARBITRI DI GRANDE CARATURA, QUESTO TI HA CONDIZIONATA?
Quando ho iniziato ,l'ambiente arbitrale triestino era più che florido, ogni settimana ci si ritrovava in 8-10 e si parlava delle partite della settimana prima, si commentavano le decisioni e gli episodi e poi si finiva spesso a cena. Questo ambiente e' stato molto stimolante per me, vedevo l'entusiasmo e la passione per questo sport e i molteplici legami di amicizia che si creavano all'interno del mondo dell'hockey. Il mio mentore e' stato sicuramente Roberto Cercego grazie al quale ho cominciato a solcare i campi e da lui ho imparato l'entusiasmo, regole e regolamenti ma soprattutto il giusto modo di porsi dentro e fuori dal campo.
COSA TI HA SPINTO A DIVENTARE ARBITRO?l
La possibilità di stare nel mondo dell'hockey visto che ,si può dire, la mia carriera come giocatrice sia finita ancor prima di iniziare e all'epoca non vi era più una squadra femminile a Trieste. Poi e' iniziata anche la carriera internazionale.
SOLO GLORIA?
Be no, forse ci sono state più giornate di pioggia che di sole, tanta fatica e sacrifici fatti da allenamenti da sola in qualsiasi periodo dell'anno, tante tantissime giornate di ferie messe a disposizione dell'hockey, km e km macinati spesse volte da sola e naturalmente come tutti gli hockeysti sanno vengono sacrificati ampi spazi all'ambito privato. Pero' quando arriva il giorno in cui ti trovi ad essere in mezzo al campo con due squadre che si contendono la finale, sentire gli inni nazionali attorniata da una quantità incredibile di spettatori , il sole splende, eccome.
IL 2012 E' STATO PARTICOLARMENTE INTENSO
Si in effetti sono stata impegnata con un sacco di tornei come un 4 nazioni a Terrassa ed il torneo di qualificazione olimpica in Belgio, altra grande soddisfazione; per arrivare poi agli europei u21 pool A come arbitro neutrale.
COME E' ANDATO QUESTO EUROPEO ?
Non posso che dire molto bene, calcolando che ho arbitrato la semifinale Spagna-Germania e poi la finale Olanda-Spagna.
PROSSIMI APPUNTAMENTI?
Il prossimo torneo sarà a fine settembre a Dublino per il Champion Challenge dove parteciperanno 4 nazioni protagoniste delle ultime olimpiadi.
PROGRAMMI PER IL FUTURO:
Il futuro per me è qualcosa che va creato passo passo, niente si inventa e la fortuna, quando sei su un campo di gioco per settanta minuti, non esiste; perciò step by step con i piedi ben piantati a terra, torneo dopo torneo; anche se è da un po che vengo designata per tornei di caratura sempre maggiore e questo è un grande stimolo e lascia spazio alle speranze e ai sogni impronunciabili.
TANIA SCHIAVON
(foto di Tania Schiavon)
1) Cosa ti ha spinto a diventare giudice?
L’amore per l’hockey su prato sicuramente.
Sono figlia di due hockeisti, sono praticamente nata sui campi da gioco ed ho sempre seguito questo sport con grande passione, tramandata dai miei genitori.
Essere giudice, sedere ad un tavolo per molte ore e dover sempre mantenere alta la concentrazione, potrebbe sembrare un lavoro noioso, in realtà l’ho sempre vissuto come un divertimento, come la possibilità di potermi godere molte partite, finali nazionali o atleti alle loro prime gare.
A livello internazionale è la stessa cosa. Hai la fortuna di visitare altri paesi girando l’Europa, imparare nuove lingue, stare al tavolo durante partite ad alto livello e conoscere persone che come me hanno la stessa passione per l’hockey.
2) Quando è iniziata la tua carriera come giudice?
Già da piccolina obbligavo mia madre, all’epoca delegato tecnico di campo, a portarmi con lei al tavolo, mi sedevo al suo fianco e sul mio block notes (che ancora conservo) oltre a disegnare, segnavo i marcatori e i cartellini delle partite. Da lì la passione per questo lavoro mi è rimasta e non appena finito il liceo ho cominciato a girare per le palestre e i campi regionali come delegato tecnico di campo. Nel giro di pochi anni sono stata designata anche per concentramenti e finali nazionali e due anni fa, dopo un corso organizzato dalla FIH a Rovereto, sono diventata giudice.
Nel 2009 ho avuto la designazione di giudice locale all’europeo femminile pool B a Roma e successivamente all’europeo Under 21 indoor a Lignano Sabbiadoro.
Dopo queste due esperienze, sulle basi delle buone valutazioni avute dalle quotate TD Edna Rutten (Ned) e Silvy Petitjean (Fra) sono stata inserita nella lista dei giudici della Federazione Europea e da lì ho cominciato la mia esperienza da giudice internazionale.
3) Come è andato il torneo?
A Den Bosch è stato un sogno, lì è tutto un altro mondo (hockeisticamente parlando). Ero in Olanda, paese dove l’hockey su prato è uno degli sport più praticati, in un europeo giocato dalle più forti nazionali maschili e femminili e con alcuni giocatori ed allenatori reduci dall’olimpiade di Londra. Tutta l’organizzazione di questo torneo, compresi i membri del club, gli officials, gli arbitri e i volontari presenti hanno dato vita ad un vero e proprio evento sportivo strepitoso. Per la prima volta i due TD del torneo, Barbara Morgan (Sco) e Alain Renaud (Fra), hanno deciso di mescolare i tavoli e quindi sono stata giudice sia per partite femminili che maschili. L a sorpresa più grande è stata quando ho scoperto di essere stata designata per la finale femminile Spagna - Olanda e per la finale maschile Belgio - Olanda.
La giudice più giovane del torneo nelle due partite più importanti e delicate. E’ stato un onore rappresentare l’Italia in questo europeo e sedere al tavolo durante due finali di altissimo livello con migliaia di spettatori a guardarle.
4) Prossimi appuntamenti – programmi per il futuro
Il mio prossimo Torneo Internazionale mi vedrà impegnata a febbraio 2013 a Lisbona con il Women’s Eurohockey Indoor Club Challenge. Se guardo al futuro sono una persona molto ambiziosa e cerco sempre il meglio. Nei miei sogni c’è sicuramente quello di potermi sedere al tavolo di una olimpiade. Per esaudire questo sogno c’è davanti a me un lungo percorso in salita ed essendo io ancora molto giovane, devo sicuramente continuare a lavorare sodo dando il mio contributo nei campi italiani, dai tornei regionali a quelli nazionali e nei campi europei, dalle pool C alle pool A, senza perdere d’occhio il mio obbiettivo hockeistico e ultimo, ma non meno importante, quello della mia laurea magistrale in Architettura e paesaggio che sto per conseguire.