Sono giovani, serene e vestono d’azzurro. Con orgoglio. Martina Chirico, portiere del CUS Pisa da sempre e della Nazionale da un po’ meno, ieri è stata una delle grandi protagoniste nella vittoria con la Bielorussia. Macarena Ronsisvalli, argentina di nascita, mediano del River Plate, cresciuta a pasta, sorrisi e cultura italiana. Marta De Guio, difensore all’SG Amsicora da una vita, in azzurro dal 2007 e ieri a soffrire in panchina come non mai. Abbiamo fatto una chiacchierata con tutte e tre, naturalmente tutti insieme.
Martina ieri ha giocato una gran partita nei 70’ regolamentari e si è superata negli shoot-out, quando con le sue uscite e parate ha propiziato tre errori delle nostre avversarie e portato l’Italia ad aggiudicarsi due punti fondamentali: “Ieri è stata una grande gioia, ma penso che sia stata tutta la squadra a darmi la forza per continuare oltre il 70’, perché nessuna di noi ha mollato e questo dimostra quanto ci teniamo a voler raggiungere questo risultato”. Un ruolo difficile, quello del portiere di Hockey su Prato; una scelta che per Martina fu, in qualche modo, imposta: “mancava il portiere nella mia squadra; io avevo giocato a tennis per anni e quindi mi hanno inviato “agilmente” in porta”, dice sorridendo, “però mi è piaciuto subito e ho capito che questo ruolo lo avrei preferito ad altri”. Da quel pomeriggio pisano a Valencia di strada ne è passata e oggi Martina Chirico indossa la maglia numero 12 che, sebbene convenzione non voglia, qui è quella del portiere titolare dell’Italia; un numero che è retaggio di anni passati nel gruppo, a far da secondo a Roberta Lilliu, con umiltà, amicizia e concentrazione: “Indossare l’azzurro è una grande responsabilità e mi piace averla; adoro giocare per la mia nazione. Sono in nazionale dal 2007 e, fino all’ultimo anno, avevo sempre fatto il secondo” dice Martina, atleta a tutto tondo, che si è sempre fatta trovare pronta quando l’allenatore ha avuto bisogno di lei. Il 2007 “a Manchester” è (anche) l’anno della prima chiamata di Marta De Guio, qui a Valencia senza la sorella gemella Giulia: “Lei un po’ mi manca, ovviamente, ma mi trovo benissimo con le mie compagne; qui mi sento davvero in famiglia”. Ieri Marta si trovava in panchina e confessa che guardare le partite da lì è una vera sofferenza: “Ieri è stata difficile”, perché vorresti dare il tuo contributo in campo ma non puoi; “i primi dieci minuti non sono riuscita nemmeno a sedermi”; la tensione non è andata via nemmeno durante gli shoot-out quando “mi sono ritrovata vicina a Chiara Tiddi, lei per la tensione stritolava me e io stritolavo lei”; per fortuna, però, che “ci ha pensato Martina: brava lei e brave tutte le mie compagne perché alla fine ce l’abbiamo fatta, dopo aver dimostrato di meritare il successo anche nei 70’ di gioco”. E riguardo alle prossime partite Marta ha le idee chiare: “certo che spero di riconquistarmi il posto” dice serena e sorridente.
Macarena Ronsisvalli è in azzurro dall’inizio del 2010. I nonni paterni sono siciliani e quelli materni emiliani e, nonostante sia nata in Argentina, lei si sente “italiana a tutti gli effetti. Sono cresciuta con la cultura italiana; già a partire dall’asilo i miei genitori mi hanno mandato alle scuole italiane”. Fin da ragazzina, un appuntamento che in casa di Macarena non è mai mancato è stato “il pranzo della domenica, tutti insieme, con cugini e zii e mangiare pasta fatta in casa e a parlare ad alta voce”. Macarena è molto sorridente, una presenza importante nel gruppo: “mi diverto e faccio divertire le altre, ma solo quando è utile a scaricare la tensione”; una presenza importante anche in campo, dove Ronsisvalli occupa il ruolo di mediano destro.
Sulla partita con la Bielorussia, Macarena e Marta sono concordi nel riconoscere che le azzurre siano state “sfortunate a non concretizzare alcune occasioni nella prima frazione” e abbiano accusato “un black out tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo” che rischiava di compromettere una partita spesso “dominata”.
Giovedì, però, sarà già la volta di un’altra gara, con la favorita Spagna: “Loro sono forti e si conoscono bene perché lavorano insieme, come gruppo, da un bel po’ – dice Macarena Ronsisvalli – ma dipende anche da noi, dal nostro atteggiamento, perché di certo non ci sentiamo inferiori”. Di atteggiamento parla anche Martina: “Va migliorato, perché è vero che con la Bielorussia abbiamo lottato dal primo secondo fino all’ultimo degli shoot-out, ma bisogna crederci ancor di più. Se ieri abbiamo dato il 100%, significa che dovremo dare il 110% perché in questo torneo vince chi non lascia nulla e noi non vogliamo lasciare nulla”.
Questa voglia di vincere di Martina Chirico si è percepita anche dalle urla con le quali ha, talvolta, richiamato l’attenzione delle compagne di reparto nella gara di ieri: “E’ una cosa che faccio sempre, anche nel mio club - dice Martina - e nel CUS Pisa qualche volta Francesca Bendinelli, il nostro libero, mi risponde male, ma in campo si può tutto e questo non intacca l’amicizia e il rispetto che ci sono”.
Attenta l’analisi della gara di giovedì di Marta De Guio: “Non dobbiamo fare errori e bisognerà avere maggiore attenzione; è difficile ma la gara va giocata, si parte dallo 0-0 e la vittoria va conquistata”; vale per noi e per loro.
La maglia che si indossa in occasioni come questa è pesante, davvero. Ma dietro a chi arriva a vestirla, la maglia azzurra, ci sono spesso storie di sacrifici, storie di giovani che percorrono chilometri per un sogno e che sacrificano tempo allo svago - a differenza di molti coetanei - per poterla onorare ogni giorno:“Tra le nostre compagne e amiche di club a volte c’è chi ci dice “ma chi ve lo fa fare” di effettuare la preparazione da sole tutti i giorni”, dicono Marta e Martina. “Io lo faccio perché per me la maglia azzurra è uno stile di vita” dice Marta De Guio.
“Per me è una forza speciale, totalmente diversa da quella trasmessa quando si indossano altre maglie” dice Macarena Ronsisvalli.
“Per me la maglia azzurra è sacrifico, ma soddisfazioni: è “S” al quadrato! Senza questa esperienza non sarei la persona che sono e finché mi daranno la possibilità di vestirla farò di tutto per meritarla”.
Parola di azzurre.
(Foto FIH)