Gli USA battono l’Italia 6-0 nella partita utile per assegnare il quinto posto nel Round 3 della Investec Hockey World League e conquistano la qualificazione alla World Cup 2014 a danno proprio delle (generosissime) azzurre, che chiudono seste. Le americane (vincitrici, oggi, con pieno merito) hanno chiuso il primo tempo in vantaggio 1-0 e hanno dilagato nella ripresa quando, dopo il gol del raddoppio, l’Italia si è prodotta alla ricerca del gol che la rimettesse in partita e le statunitensi ne hanno approfittato per infliggere un passivo pesante che tuttavia non macchia (non deve!) il fantastico Round 3 della nazionale italiana. L’Italia arrivava a questo torneo come ultima forza e lo chiude al sesto posto tra le otto partecipanti, con uno score di due vittorie (2-1 contro USA nella fase a gironi e 4-2 ieri con il Sudafrica) e quattro sconfitte contro squadre reduci da Londra 2012 (pure a medaglia) e con le quali le azzurre hanno quasi sempre giocato (almeno) alla pari.
“Il risultato di oggi non deve offuscare quanto fatto dall’Italia in questo torneo e i progressi, costanti, che giocatrici e staff hanno prodotto”, dice Luca Di Mauro, presidente della Federazione Italiana Hockey. “Dal primo al terzo Round della World League l’Italia ha giocato da protagonista e se alla vigilia ci avessero detto che saremmo arrivati a giocarci la qualificazione alla World Cup in una partita secca, forse in pochi ci avrebbero creduto e invece così è stato” prosegue il presidente, che chiosa: “Oggi c’è stato solo un incidente di percorso, ma la strada tracciata è quella giusta e continueremo a percorrerla. Sono orgoglioso, molto orgoglioso, di questa nazionale come lo sono, senza dubbio, tutti gli hockeysti d’Italia”.
“Confesso che non avevo mai visto una squadra che, alla sesta gara di un torneo, giocasse con una tale potenza fisica” dice Enzo Corso, responsabile SSN e capodelegazione a Londra, in riferimento agli Stati Uniti, “sembrava fossero al primo giorno di torneo. Questo ha messo un po’ di paura alla nostra squadra, cui è mancata, dopo 10’, la confidenza con la partita; credo che questa voglia e potenza delle americane le abbia un po’ spaventate”. “Noi qui eravamo gli ultimi” prosegue il responsabile SSN, “ma chiudiamo sesti; abbiamo fatto buone prestazioni, in alcuni casi eccellenti e ce le dobbiamo tenere strette”.
Corso rivela che “stamattina al team manager Gianni Rossi avevo detto che per noi, con gli Stati Uniti, sarebbe stata una sorta di tesi di laurea; ebbene credo che ci manchi ancora qualche esame. Dobbiamo fare questo tipo di partite per crescere. Le gare con Inghilterra e Sudafrica le abbiamo fatte a grandissimo livello ma necessitiamo di farne tante altre con queste avversarie: per accumulare esperienza e per chiudere i tornei in maniera migliore”.
Che servano almeno “venti o trenta partite l’anno di questo livello, con squadre di questa caratura” Fernando Ferrara, allenatore azzurro, lo ha ripetuto in più occasioni nel corso di questo torneo e ne ha legittima convinzione: “La crescita, e noi stiamo crescendo, passa anche per questo”. La sconfitta di oggi brucia ma “non deve farci dimenticare quanto di buono abbiamo fatto in questo torneo, che ci ha visto protagonisti”. Per noi sarebbe stato “molto importante andare alla World Cup” e forse ce lo saremmo meritato ma ora occorre “guardare avanti e pensare alla Pool B di Cambrai dove sappiamo bene cosa vogliamo e ce lo andremo a prendere”.
In Inghilterra “Abbiamo disputato un torneo di cui essere orgogliosi: arrivati da ultima forza abbiamo chiuso davanti a due squadre che il ranking indica come a noi superiori”. Riguardo agli Stati Uniti “oggi hanno dimostrato di essere più forti; nel primo tempo abbiamo tenuto, poi nella ripresa, appena abbiamo cercato di spingere un po’, ma senza concretizzare, loro ci hanno punito” e hanno dilagato. “La partita poteva finire con un passivo meno ampio, ma anche maggiore, perché Martina Chirico ha effettuato molte parate decisive”. Chiswick oggi ha detto che “gli Stati Uniti hanno meritato. Ma noi ripartiamo, comunque, dall’esperienza maturata, che ci ha arricchito e ci ha dato convinzione, ulteriore, dei nostri mezzi. Le ragazze sanno che possono giocare alla pari con ogni avversario e lo hanno dimostrato con Inghilterra, Cina e Argentina per un tempo”, ovvero con squadre che sono andate a medaglia nelle ultime due edizioni dei Giochi, e poi “battendo una volta i campioni panamericani e i campioni africani”. “Sicuramente con i risultati conseguiti nei Round 2 e 3 della World League siamo saliti di qualche posizione nel ranking - chiude Ferrara - e l’obiettivo ora è non scendere più, anzi, dobbiamo continuare a guadagnare posizioni”.
A Londra, oggi, gran parte degli spettatori erano schierati in favore dell’Italia. Probabilmente il pubblico inglese aveva ancora negli occhi la splendida prestazione delle azzurre contro l’Inghilterra e si è schierato, con naturalezza, verso la squadra che meglio aveva giocato nel quarto di finale contro le padrone di casa perdendo 3-2 solo a causa di qualche episodio a metà tra lo sfortunato e il dubbio.
“Gli Stati Uniti hanno imposto il loro ritmo e noi non siamo state in grado di reggerlo e di essere alla pari”, dice il capitano Chiara Tiddi, “tra di noi non c’è la differenza che il 6-0 di oggi vorrebbe certificare” e infatti nella gara della fase a gironi le nostre si erano imposte 2-1: “Abbiamo cercato di andare avanti e ogni volta loro riuscivano a ripartire in contropiede, schiacciandoci”. Si è vista, da parte americana, “maggiore esperienza e il fatto che questa squadra abbia la possibilità di allenarsi con continuità, ogni giorno”. Per l’Italia, quello di Londra, è stato un grande torneo: “Abbiamo dimostrato comunque che, con il lavoro fatto”, sebbene temporalmente inferiore a quello di quasi tutte le squadre qui presenti “siamo state lì, in tutte le partite, lottando fino alla fine” e giocando alla pari, se non in molti casi decisamente meglio, di formazioni di blasone e palmares da far spavento. Al capitano non va giù il ko di oggi, che pregiudica la qualificazione alla World Cup 2014 perché “dopo il primo gol abbiamo cercato di cambiare pagina, ma non ci è stato possibile”; pagina che occorre voltare subito. Anzi, strappando quella relativa alla gara di oggi, la cosa migliore è rileggere quelle scritte nei giorni precedenti e scrivere un’altra bella storia a partire da Cambrai, che è più vicina di quanto sembri: “Nell’Europeo Pool B dimostreremo in campo che vogliamo arrivare in Pool A e che intendiamo entrare tra le prime dodici al mondo”; la World League è stata una esperienza fantastica “e il prossimo anno ci riproveremo”.
“Oggi è stata una partita decisamente diversa da quella che abbiamo affrontato contro di loro nella fase a gironi”, confessa Agata Wybieralska, difensore azzurro autrice di un ottimo Round 3 giocato da protagonista, come sempre: “Oggi sentivamo la stanchezza molto di più rispetto a loro e abbiamo giocato con molta pressione, perché per noi il quinto posto equivaleva ad andare al mondiale, mentre a loro sarebbe bastato il sesto” in base ai (complicati) conteggi e quozienti IHF. “Forse non abbiamo gestito bene questa pressione: ed è andata male” prosegue Agata. Una gara non può, né deve, cancellare un torneo giocato da protagoniste, contro i pronostici della vigilia: “Siamo stati in partita in tutte le gare; abbiamo cercato di essere a livello di formazioni che ci sono superiori” per storia, tradizione e medagliere “e abbiamo dato il massimo in ogni partita”.
Oggi ha incassato sei gol, ma (anche) il talento, il coraggio e il temperamento di Martina Chirico hanno consentito all’Italia di arrivare dove è arrivata oggi: “E’ stato un torneo importante, dove abbiamo voluto dimostrare di non meritare il posto n° 17 nel ranking ma di essere superiori. Ed è da qui che dobbiamo ripartire”. Oggi gli USA si sono dimostrati “più forti e forse ci siamo dimenticate quanto avevamo sofferto nella partita del 2-1 (per noi, ndr), un risultato che non ci hanno assolutamente regalato. Loro erano più affamate di noi sicuramente”. Tra poche settimane, Pool B in Francia: “Il nostro obiettivo lì è vincere, perché la promozione in Pool A è fondamentale per la nostra stagione”.
“A Valencia, vincendo, ci siamo meritate di partecipare a questo torneo e lo abbiamo non solo onorato, ma lo abbiamo giocato dando segnali importanti”, dice Marta De Guio, premiata in questo torneo per le sue cinquanta presenze in maglia azzurra, “ovviamente il risultato di oggi è un po’ pesante perché soffoca i nostri sogni di World Cup, ma speriamo di riuscire a fare bene nell’Europeo”. Da Londra ci “dobbiamo prendere tutto quanto di buono c’è stato e capire che prima di iniziare avremmo pagato oro per arrivare seste e oggi, invece, il risultato ci sta stretto. Siamo cresciute tanto” e questo non lo dobbiamo dimenticare. Da ultima forza accreditata, in base al ranking, l’Italia esce da questo torneo con due vittorie e quattro sconfitte contro squadre di livello olimpico contro le quali ha giocato, laddove non alla pari, in alcuni casi anche meglio: “E’ vero; in molti potevano non immaginare che saremmo state capaci di un torneo a questo livello, ma io penso che invece avremmo potuto fare anche di più”, parola di Eleonora Di Mauro, sempre pronta a dare grande sostegno a ogni ingresso in campo e nota assai lieta del Round 3. La sconfitta di oggi “ci impedisce di andare al mondiale, ma solo momentaneamente” dice con fiducia; “andiamo avanti. Sono orgogliosa di quello che abbiamo fatto finora perché l’Italia è cresciuta tantissimo sotto tanti punti di vista e dobbiamo ripartire proprio da qui”. “Sono sicura che a Cambrai faremo bene”, chiosa Eleonora, anche se in Francia occorrerà tenere sempre la guardia alta. La forza dell’Italia, oltre naturalmente all’organizzazione e alla professionalità di tutte le attrici e attori coinvolti, sta anche nel fatto che “ognuna ha un ruolo importante nel gruppo”, prosegue Di Mauro “tutte noi e lo staff siamo uniti e camminiamo verso un obiettivo comune: questo ci dà grande carica”. Della stessa lunghezza d’onda anche Marta: “Il gruppo azzurro è eterogeneo ma allo stesso tempo molto, molto unito. In campo, poi, nei cambi non c’è mai un calo di prestazione e questo è stato importantissimo qui e sarà importantissimo anche a Cambrai”. Che è dietro l’angolo.
IL TABELLINO DI ITALIA-USA
Italia-USA: 0-6 (0-1)
Marcatrici: Witmer all’11’, Kasold all’8’ st, Selenski al 10, 13’ e 20’ st, Taylor al 30’ st su corner corto.
Arbitri: Soma Chieko (JPN), Caroline Brunekreef (NED).
Italia: Chirico (p), Di Bernardo, Bertarini, Ronsivalli, Tosco, Ruggieri, M. Gonzalez Casale, Braconi, Tiddi (c), Lovagnini, Wybieralska.
Entrate: Pacella (8’), Mirabella (9), Traverso (13’), Di Mauro (16’), De Guio (55’), L. Gonzalez Casale (57').
In panchina: Sorial (p).
Allenatore: Fernando Ferrara.
USA: Widdall (p), Gonzalez, Dawson, Vittesse, J. Reinprecht, K. Reinprecht, O’Donnell (c), Nichols, Selenski, Falgowski, Crandall.
Entrate: Taylor (6’), Witmer (6’), Wold (8’), ), Kasold (11’), Fee (17’), Montgomery (54’)
In panchina: Kintzer (p).
Allenatore: Craig Parnham.
(foto FIH/cc21)