L’Universiade di Kazan si è chiusa (ormai da un paio di giorni) con l’ottavo posto degli azzurri. Ottava piazza su dieci squadre ammesse. Ma, anche più del piazzamento, è parso importante l’approccio che la squadra ha messo in campo e il gruppo che si è composto e consolidato grazie a una competizione come questa, dal sapore paragonabile solo ai Giochi Olimpici, nella quale, anche fuori dal campo, ci si confronta con persone provenienti da (quasi) ogni angolo del mondo. Anche in seno alla Federazione Internazionale di Hockey in molti hanno partecipato alle Olimpiadi e il capo delegazione Giuseppe Rosciano e il team manager William Grivel  hanno potuto costruire, laddove non consolidare, rapporti importanti con gli organizzatori locali e i membri della FIH. Tra il Vice presidente Rosciano e il Presidente russo Sergej Chechenkov è nato un rapporto di stima ed amicizia. I due, che già si conoscevano, hanno guardato insieme la partita Italia-Russia e, durante le serate russe, insieme al Team Manager William Grivel sono stati invitati ad una serie di cene ufficiali con il gotha dell'organizzazione dell'Universiade. “Conoscevo già Sergej perché ci eravamo incontrati ad altri meeting ma questa volta abbiamo avuto più tempo per parlare e conoscerci meglio. I russi amano l'Italia, ci rispettano e stimano. Non è escluso che l'Italia possa presto rientrare nei piani di preparazione delle loro nazionali e stringendo ulteriormente i rapporti, che la Russia possa diventare un nuovo posto d'interesse per allenare le nostre nazionali" ha detto il vice presidente vicario FIH e uno dei dirigenti più vincenti e stimati d’Italia con l’HF Lorenzoni. I nostri delegati, grazie anche all'amicizia con il Sig. Giuseppe (proprietario del ristorante italiano più famoso nel Tartastan) hanno avuto modo di sedere al tavolo con molti esponenti dell'amministrazione della città di Kazan e della Republica del Tartastan. "Abbiamo conosciuto il Capo della Polizia di Kazan ed il direttore dell'aereporto, oltre a vari funzionari dell'amministazione locale. Chissà che in futuro proprio Kazan possa diventare una sede low-cost per raduni ed amichevoli della nostra nazionale”  ha concluso Rosciano. Ottimi anche i rapporti nati con i Presidenti di vari Cus.”E' nata una bella amicizia con Gianfranco Morrone, neo presidente del CUS ROMA che ha seguito tutte le nostre gare con grande passione ed interesse. Nell'aria c'è la possibilità che presto possa il Cus capitolino possa riaprire la sezione hockey. Stessa passione ed interesse ha dimostrato Francesco Bizzarri, Presidente del Cus L'Aquila che, essendo medico, ha seguito tutte le gare degli azzurr” dice William Grivel. Nazareno Rocchetti,  "guru italiano" della fisioterapia sportiva ha seguito gli azzurri nelle loro gare e si è appassionato al nostro sport diventandone il primo tifoso. "Nazareno è un grande personaggio oltre ad essere un grande professionista. Ha aiutato i nostri ragazzi non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale dando sempre la carica. A volte la sua esuberanza mi ha creato qualche problema con i giudici al tavolo, ma non tutti i mali vengono per nuocere perché grazie ai richiami ho avuto modo di conoscere e stringere amicizia con Steve Catton e Thiago De Mattos.  Steve ci ha fatto i complimeti per le gare (anche per quelle della nostra femminile a Londra) e chiesto di dare un’opinione e inviargli suggerimenti e commenti sul torneo dell'Universiade”. La prossima Universiade si terrà a Gwangju (Corea del Sud)nel 2015 “e ci sono concrete possibilità che l'hockey possa esserci nuovamente; stavolta sarebbe bello partecipare anche con la femminile” . Thiago de Mattos in questo momento è uno dei personaggi emergenti della Federazione Internazionale; brasiliano è tra gli organizzatori dell'hockey ai Giochi di Rio 2016: "Thiago, come, me parla molto bene spagnolo, è giovane e come molti brasiliani è un personaggio carismatico, vitale. In Brasile l'hockey si sta sviluppando e la Federazione Brasiliana guarda con molto interesse alle collaborazioni con gli altri paesi e l'italia per cultura e spirito è siuramente uno di quelli"  continua William Grivel. Una esperienza, l’Universiade, proficua sotto molti punti di vista, quindi. Non solo per quello squisitamente sportivo: "Le immagini e i racconti di chi ha vissuto questa esperienza sono il miglior veicolo per incentivare i giovani a studiare (senza essere iscritti all’Università non si può partecipare, ndr) e ad allenarsi sempre di più. Una medaglia alle Universiadi sarebbe un risultato incredibile ed il gap da colmare per sognare non è così grande”, conclude Grivel. Gwangju, a conti fatti, è più vicina di quanto sembri.

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