Seconda partita a Barcellona per la rappresentativa Senior Maschile guidata da Roberto Da Gai, in Catalogna per prepararsi al meglio in vista del torneo di qualificazione Olimpica di Kakamigahara.

Stasera, martedì 11 marzo, gli azzurri erano attesi ad una sfida alla loro portata contro i catalani del Club Egara e il risultato finale di 2-2 non soddisfa appieno l´allenatore:  "Oggi non abbiamo giocato di squadra come contro la Polonia. Sicuramente, però, sul risultato finale incidono i due gol subiti in avvio".

Sulla nostra (giovanissima) difesa, infatti, pesano le due segnature realizzate dal club di Barcellona in avvio di gara, tra l´8´ e il 10´ del primo tempo.

"A quel punto abbiamo giocato alla garibaldina, con grande carattere e orgoglio ma poca lucidità, sprecando alcune buone occasioni che eravamo riusciti a creare" dice Da Gai.

Nel secondo tempo, però, l´Italia è entrata in campo con un altro spirito: "Abbiamo alzato il ritmo e siamo riusciti a pareggiare con Natali al 5´ e Lanzano al 20´ - rivela il tecnico - e nel finale abbiamo avuto anche diverse occasioni per vincere".

L´allenatore, però, non manca di strigliare i suoi: "Mentre ieri siamo stati più squadra, oggi siamo stati sì, volenterosi, ma abbiamo perso lucidità. La prestazione è stata disordinata rispetto alla gara con la Polonia e non ci aspettavamo di partire così, con  un doppio svantaggio. Se devo guardare il bicchiere mezzo pieno, tuttavia, posso dire che siamo stati bravi a rimontare e questo è indice di gran voglia" confessa Da Gai.

Domani, mercoledì 12 marzo, in serata i nostri affronteranno il fortissimo Real Polo: "Sarà durissima contro una squadra del genere e poi giocare tutti i giorni è stancante. Vorrei maggiore lucidità e lavoreremo su questo: domani parlerò con la squadra per cercare di risolvere questo problema" conclude l´allenatore degli azzurri.

Marco Ghighi

Terza partita a Barcellona per la rappresentativa Senior Maschile guidata da Roberto Da Gai, in Catalogna per prepararsi al meglio in vista del torneo di qualificazione Olimpica di Kakamigahara.

Stasera, mercoledì 12 marzo, gli azzurri erano attesi ad una sfida difficilissima, con  il Real Polo. I catalani sono una delle formazioni più solide di tutto il Continente; militano in EuroLega e sono uno dei club più titolati di Spagna.

Il parziale finale di 6-0 per i padroni di casa potrebbe far pensare ad una partita senza storia, ma Da Gai, invece, ha tratto spunti interessanti da questa gara: “Devo dire che nonostante il risultato non abbiamo fatto male. Il passivo, nel numero, è bugiardo. Il primo gol (al 9’ del primo tempo) è arrivato per un tocco di piede ed era irregolare. Un’altra segnatura è addirittura arrivata su contropiede, da un nostro corto giocato male e abbiamo pagato davvero cara questa disattenzione. Certo, il Real (la squadra del Re, per inteso, ndr) ha largamente meritato, ma sapevamo che ci sarebbero stati superiori e se avessimo perso con un parziale inferiore di due o tre reti, questo avrebbe meglio rispecchiato l’andamento del match”.

Da Gai è fiducioso: “Abbiamo tenuto bene il campo contro una squadra formata da giocatori che hanno vinto medaglie d’oro e argento alle Olimpiadi e ai Mondiali e non abbiamo abbassato la testa”.

Novità assoluta, la gara si è disputata su quattro tempi da 17’ e mezzo (come in EuroLega) a differenza dei due tempi da 35’ convenzionali: “Il ritmo è stato inevitabilmente più alto e questo ci ha fatto lavorare di più e allenare meglio. E’ stato un ottimo lavoro. Ho fatto diversi cambi e, se si può dire nonostante il parziale, sono soddisfatto de miei” afferma l’allenatore degli azzurri”.

“Ulteriore dimostrazione del fatto che non siamo stati schiacciati – prosegue Da Gai – sta nel fatto  che il Real Polo ha tirato appena sei corti”.

I giocatori sono stanchi (la gara si è conclusa alle 22.15) e domattina (13 marzo, alle 10) contro la Polonia sarà difficile ritrovare le forze: “Però siamo qui per allenarci e non ci tiriamo indietro. Peraltro l’ambiente e il feeling tra i ragazzi – conclude il tecnico dei nostri - è molto buono. Il gruppo c’è, nonostante in molti non si conoscessero prima e i giovani si sono integrati perfettamente. Questo mi dà fiducia per il futuro”.


Marco Ghighi

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